L’eurodeputata Anna Bonfrisco finisce nella lista nera delle autorità iraniane, con la colpa di aver sostenuto le donne.
Dopo un breve periodo di calma, continuano le proteste nei confronti del governo iraniano, e con esse anche le repressioni degli ayatollah guidati da Ali Khamenei. Ma le esecuzioni del Paese islamico non sono state accolte positivamente dall’Unione europea che ha dato inizio a sanzioni per il sostegno di tutte le donne iraniane.
Ad eseguire condanne a morte e a reprimere duramente le proteste sono anche i Pasdaran, ovvero l’esercito preso di mira dalla comunità internazionale a causa di gravi violazioni dei diritti umani. Quasi 600 sono state le vittime, tra cui molte giovanissime, e 20000 gli arresti.
Scambio sanzionatorio
Dopo la morte di Mahsa Amini, sono arrivate le sanzioni sulla Repubblica islamica dell’Iran dall’Unione Europea, e successivamente anche per la vendita di droni iraniani alla Russia nella guerra in Ucraina. Teheran ha deciso di rispondere con la stessa moneta, stilando una sua lista di sanzioni con cui colpire entità e soggetti che ritiene sgraditi.
Tra questi compare un solo nome italiano, quello dell’eurodeputata del gruppo Identità e Democrazia (Lega) Anna Bonfrisco, che si occupa dei diritti umani e di quelli delle donne in Iran. Rainews.it le chiede per quale motivo anche lei sia finita in quella lista nera, ma la questione sarà discussa lunedì a Bruxelles quando si parlerà dell’emendamento che chiede di inserire i Pasdaran nella lista europea delle organizzazioni terroristiche. Saranno 50000 persone a voler convincere Bruxelles a ratificare quel voto.
