Una indagine di Save the Children mette a nudo le difficoltà dei bambini italiani: il 29,3% di questi ragazzi non è in grado di scaricare un file da una piattaforma della scuola.
ROMA – Una povertà economico-materiale che si riflette in altri ambiti. E’ quanto denuncia Save the Children attraverso una indagine sulle capacità nell’età dell’infanzia di saper utilizzare i dispositivi digitali. I risultati sono giunti da un sondaggio, compiuto su un campione di 772 bambini di 13 anni, che frequentano l’ultima classe della scuola secondaria inferiore, in 11 città e province italiane: Ancona, Chieti, Mestre, Milano, Napoli, Udine, Palermo, Roma, Torino, Velletri, Sassari.
Infanzia, l’era della Dad, numeri impressionanti
Non a caso, vengono chiamati “nativi digitali“. E quest’anno, a causa del Covid, hanno lavorato soprattutto in Dad (Didattica a distanza). Tuttavia, secondo l’indagine, ben il 29,3% di questi ragazzi non è in grado di scaricare un file da una piattaforma della scuola, il 32,8% non sa utilizzare un browser per l’attività didattica, l’11% non è capace di condividere uno schermo durante una chiamata con zoom.
Problema povertà
La prima indagine pilota sulla povertà educativa digitale realizzata dall’organizzazione ricorda, (dati Istat), come il livello della povertà assoluta tra i minorenni nel 2020 ha raggiunto il top dal 2005: in Italia sono 1 milione e 346 mila (13,6%), 209mila in più rispetto all’anno precedente.
L’impegno di Save the Children
L’ong ha raggiunto in 10 mesi 160.000 bambini e adolescenti, le loro famiglie, e docenti in 89 quartieri deprivati di 36 città e aree metropolitane con il proprio intervento di contrasto agli effetti del covid-19. La campagna è ‘Riscriviamo il futuro’, per combattere la povertà educativa e digitale, con l’invito a firmare il ‘Manifesto’ scritto in collaborazione con i ragazzi del Movimento Giovani Sottosopra, che chiedono “di uscire dall’invisibilità e di essere al centro delle politiche di rilancio del paese, con maggiore attenzione alla scuola e alle opportunità educative“.