Recovery plan, l’Ue resta in attesa del piano dell’Italia e sembra avere meno fiducia nel Governo Conte.
Dopo le dichiarazioni d’amore e il grande risultato ottenuto insieme, ossia il Recover fund, il rapporto tra l’Ue e l’Italia rischia di complicarsi, anche perché il governo ancora non ha inviato a Bruxelles il piano di investimenti per accedere ai fondi del Recovery plan. Neanche la bozza, nulla.
Nelle dichiarazioni ufficiali, l’Unione europea esclude ogni tipo di frizione ma ribadisce che tutti i Paesi sono invitati ad inviare il documento in tempi brevi. Almeno per gettare le basi di un dialogo che possa essere costruttivo. Insomma, ad oggi non esiste un caso Italia ma il rischio è che possa aprirsi presto.
Recovery plan, Italia sotto la lente di ingrandimento
Anche perché per quanto riguarda il Recovery plan l’Italia è evidentemente l’osservata speciale di Bruxelles. Un po’ per la situazione economica pre-coronavirus e un po’ perché proprio all’Italia spetta una parte considerevole dei fondi stanziati. L’Ue ha combattuto perché venisse approvato un piano che si avvicinasse alle pretese del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma ora vuole vedere che direzione stanno prendendo i lavori per il rilancio del Paese.
l’Italia ancora non ha depositato il suo piano, e l’Ue inizia ad avere fretta
Arrivati quasi alla fine del mese di novembre, il piano sembra decisamente lontano dalla sua realizzazione. Ci sono ancora diversi nodi da sciogliere all’interno della maggioranza. Il tutto mentre alcuni Paesi hanno già depositato almeno un documento di riferimento.
Il timore dell’Unione europea è che l’Italia abbia accumulato un profondo ritardo. La scadenza è fissata al prossimo mese di gennaio. Siamo nei tempi ma la clessidra scandisce il tempo con una cadenza regolare ed allarmante.
Sostanzialmente, almeno stando alle informazioni note, l’Italia si è fermata al mese di settembre, quando, sull’onda dell’entusiasmo, sembrava dovesse chiudere tutto in poco tempo. E invece la seconda ondata del coronavirus e poi la manovra hanno messo in secondo piano – almeno in apparenza, sia chiaro – il discorso europeo.
Cosa comporterebbe un ritardo nella presentazione del piano
Un eventuale ritardo dell’Italia nella consegna del piano potrebbe causare lo slittamento dell’erogazione della prima parte dei fondi, ossia quei venti miliardi circa attesi per il 2021. Ma tra la presentazione del piano e l’erogazione c’è di mezzo l’analisi degli alti organi Ue, che potrebbe durare anche un paio di mesi pieni. Tradotto, i soldi potrebbero arrivare sì nel 2021, ma solo negli ultimi mesi. E l’Italia, che non sembra intenzionata a richiedere l’attivazione del Mes, rischia di ritrovarsi scoperta.
Conte, Italia in ritardo è una fake news
“Oggi è stata pubblicata con grande evidenza su un quotidiano una fake news: l’Italia in ritardo sul piano di resilienza. Abbiamo verificato e quella notizia non viene neppure da Bruxelles, è stata inventata di sana pianta. Le nostre linee guida sono state convalidate e condivise anche da un passaggio parlamentare. Lavoriamo già con la commissione, settimanalmente, per la definizione dei progetti. Ieri sera sino alle 11 abbiamo avuto una riunione interna per definire la struttura normativa che consenta di garantire che il piano abbia rapida attuazione”, ha dichiarato Conte in occasione dell’intervento all’assemblea Anci.