La Lega non lascia la presidenza delle Commissioni, così può far cadere il governo

La Lega non lascia la presidenza delle Commissioni, così può far cadere il governo

Governo, la Lega non lascia la presidenza delle Commissioni e si prepara a dare battaglia al Pd e al Movimento Cinque Stelle.

Il primo problema per il governo Conte si chiama Lega, che ha comunicato di non voler lasciare la presidenza delle Commissioni. Sono ben undici quelle a guida leghista che possono paralizzare il lavoro dell’esecutivo giallorosso.

La Lega non lascia la presidenza delle Commissioni

I vertici del Carroccio hanno confermato che la Lega non lascerà la presidenza delle Commissioni. I ministri del nuovo governo dovranno dunque fare i conti con un’opposizione prepotente, con un ruolo importante se non cruciale nella macchina della politica italiana.

Gli esperti di politica e gli amanti del cinema e della storia non hanno dubbi: il Senato potrebbe diventare il Vietnam del governo Conte Bis. Proprio a Palazzo Madama infatti il Carroccio presiede diverse Commissioni.

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Cosa fanno le Commissioni?

Le Commissioni parlamentari hanno il potere di legiferare e soprattutto hanno il compito di controllare e analizzare i disegni di legge prima che questi vengano discussi in Aula.

“Nelle proprie materie di competenza, le Commissioni permanenti svolgono funzioni legislative, conoscitive, di indirizzo e di controllo. Quanto al procedimento legislativo, la Costituzione stabilisce che ogni progetto di legge presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, anzitutto esaminato da una Commissione (art. 72, primo comma)”, recita il regolamento consultabile sul sito della Camera dei Deputati.

In termini pratici, la Lega ha la possibilità di rallentare i piani del governo bloccando i ddl e ritardandone la discussione.

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La prima sfida si giocherà sulla manovra economica

La prima battaglia si giocherà con ogni probabilità in occasione della stesura della manovra economica. Borghi presiede infatti la Commissione di Bilancio e si occuperà di dettare i tempi della discussione della manovra. Sarà la sua Commissione a valutare l’ammissibilità degli emendamenti. Lo stesso gioco la Lega potrebbe farlo al Senato, dove ha la presidenza della Commissione delle Finanze.

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