La Marmolada è crollata per cambiamento climatico: la conferma dello studio

La Marmolada è crollata per cambiamento climatico: la conferma dello studio

Uno studio ha confermato che la Marmolada è crollata a causa del cambiamento climatico e che succederà ancora.

E’ stato pubblicato uno studio che dimostra come il crollo della Marmolada lo scorso luglio sia stato provocato dalla crisi climatica. “Il distacco è stato in gran parte causato da un cedimento lungo un crepaccio mediano parzialmente riempito da un enorme volume di acqua di fusione indotto da temperature altamente anomale di fine primavera e inizio estate che hanno raggiunto i 10,7 °C al momento dell’evento” si legge nella relazione.

La valanga di 64mila tonnellate del 3 luglio scorso fu provocata da un saracco di ghiaccio che si staccò dalla cima della Marmolada. Ad alta quota si registravano 10 gradi, temperatura insolita per quelle cime. Lo studio è stato condotto da Aldino Bondesan e Roberto Francese, docenti dell’Università di Padova e di Parma, che confermano la correlazione tra la valanga e il cambiamento climatico. “L‘analisi dettagliata delle immagini satellitari e aeree stereoscopiche precedenti e successive all’evento ha permesso di ottenere una visione completa del cedimento” scrivono nello studio, pubblicato sulla rivista Geomorphology.

Le temperature che si registrarono in quota insieme alle scarse precipitazioni di neve dell’inverno hanno creato le condizioni perché 12mila metri cubi di acqua disciolta si infiltrassero nel crepaccio mediano di Punta Rocca, provocando il distacco del seracco e il suo rapidissimo scivolamento a valle.

montagna marmolada trentino

Lo scenario preoccupante

Nelle settimane successive alla tragedia l’indignazione era alta e partecipata anche via social. Ma purtroppo altre valanghe sono seguite e si verificheranno ancora perché nulla di concreto è stato fatto per frenare questo dilagante problema. Oltre alle vuote parole della pubblica opinione, restano irrealizzate le promesse del nostro Paese che si è impegnato a ridurre del 45% le emissioni di gas serra rispetto al 2005.

Ma purtroppo in questi giorni è stato pubblicato da Ispra il National Inventory Report 2023 da cui emerge che non si arriverà nemmeno al 30%, nella migliore delle ipotesi. Nel 2021 infatti si è registrato un aumento dell’8,5% delle emissioni dopo il calo registrato tra il 2013 e il 2020 del 37%. E secondo il report la situazione è destinata a peggiorare in futuro.