Negli archivi della polizia sono stati rinvenuti dei reperti relativi al caso dell’omicidio di Déborah Fernàndez-Cervera, morta 20 anni fa.
Il caso della morte di Déborah Fernàndez-Cervera ha suscitato a Madrid una serie di polemiche e contestazioni. Durante i lavori di ristrutturazione di un commissariato è emerso uno sconcertante caso di malagiustizia in Spagna. All’interno degli armadietti del commissariato, è comparso il telefono di una donna trovata morta una ventina di anni fa.
Il reperto mai segnalato
Si tratta di un vero e proprio reperto, che gli agenti di polizia non hanno mai segnalato. Ma non si tratta dell’unica prova del caso: cellulare, video, fotografie e documenti della polizia sul caso dell’omicidio di Déborah Fernàndez-Cervera sono apparsi all’interno degli archivi degli inquirenti.
Pare che le indagini sulla morte di Cervera si siano chiuse dopo essere cadute in prescrizione a causa dell’assenza di prove. Déborah Fernández-Cervera, era una giovane donna di Vigo assassinata nel 2002. Aveva solamente 21 anni. Ma questo non è l’unico mistero che aleggia sul caso della morte della 21enne.
La famiglia della giovane aveva infatti scoperto che il disco rigido del computer della ragazza sotto sequestro era stato formattato durante il periodo di custodia. Sul cadavere, riesumato sotto richiesta della famiglia, trovate tracce di fibre e capelli nelle unghie mai esaminate.
Adesso l’ultima agghiacciante scoperta. Durante lavori negli uffici dell’Unità Criminalità Specializzata e Violenta di Canillas (Madrid), è emersa la presenza di documenti ufficiali di polizia, fotografie, videocassette e un cellulare senza SIM appartenente a Deborah. Tutte prove mai denunciate.
Alla luce di queste scoperte, la famiglia della vittima si è detta “incredula e indignata”. La polizia ha trasmesso alla Procura una informativa in cui spiegava di aver rinvenuto “Un fascicolo fino ad oggi sconosciuto che contiene effetti e documentazione riferita all’indagine sulla morte di Déborah Fernández-Cervera Neira”. Ma la famiglia continua a fare domande, senza ricevere risposte. “Come è possibile che un cellulare sia stato nascosto per tutti questi anni? Senza SIM?” chiedono i legali dei parenti della vittima.