Lara Comi: rischia 5 anni di carcere per la “Mensa dei poveri”

Lara Comi: rischia 5 anni di carcere per la “Mensa dei poveri”

Nuovi guai per l’ex eurodeputata Lara Comi, che viene accusata di aver partecipato a fatti illeciti in Lombardia.

Dopo l’inchiesta che nel 2019 l’ha vista accusata di finanziamento illecito e di truffa al bilancio all’Unione Europea, l’ex eurodeputata di Fi Lara Comi rischia altri guai. E’ stata richiesta una pena fino a 5 anni e sei mesi di detenzione, per la partecipazione a un sistema di appalti e mazzette operante su tre province lombarde.

Lara Comi Roma 23-03-2016 Visita al comitato promotore del centrodestra alle prossime elezioni amministrative. Photo Samantha Zucchi Insidefoto

Le accuse dei pm

Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni dei pm milanesi Stefano Civardi e Silvia Bonardi, Lara Comi è accusata partecipare attivamente a un presunto sistema di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia. Il sistema sarebbe stato gestito dall’ex coordinatore di Forza Italia Varese Gioacchino Caianiello.

Sotto il mirino degli investigatori, anche altre 60 persone indagate per associazione per delinquere, corruzione, finanziamento illecito ai partiti e traffico di influenze. Tre le province coinvolte, ci sono Milano, Novara e Varese.

Le pene detentive riguardano anche l’ex consigliere regionale della Lombardia e sindaco di Montorio al Vomano nel Teramano, Fabio Altitonante (richiesti 3 anni e 3 mesi), e l’ex assessore comunale di Milano, Pietro Tatarella (7 anni e 2 anni).

Le nuove contestazioni contro Lara Comi

L’episodio di corruzione contestato alla Comi, riguarda una consulenza da 21 mila euro che avrebbe fatto ottenere (con l’aiuto dell’ex direttore Generale di Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale, e Gioacchino Caianiello) all’avvocato Maria Teresa Bergamaschi. Accusata anche per alcuni presunti fittizi contratti stipulati per mansioni a suoi collaboratori, con spese a carico del Parlamento europeo.

L’eurodeputata era già finita ai domiciliari nel 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Ue per circa 500 mila euro. I soldi sarebbero stati incassati, secondo l’accusa, a fronte di contratti per prestazioni mai effettuate, assegnati a persone del suo staff.

L’appuntamento con la difesa è fissato al prossimo 29 maggio. Intanto Lara Comi, si dichiara “completamente innocente in relazione alle contestazioni mosse”.