Gli eperti bocciano l’ipotesi dell’immunità di gregge: “E’ un errore pericoloso”.
ROMA – In una lettera pubblicata su Lancet un gruppo di 80 esperti ha bocciato l’ipotesi di una immunità di gregge: “E’ un errore pericoloso – si legge nel testo riportato da La Repubblica – senza alcuna evidenza scientifica. Tenere sotto controllo la diffusione del virus, mettendo in atto delle regole da rispettare, è il modo migliore di proteggere società ed economia fino all’arrivo di terapie e vaccini efficaci ed evitare nuovi lockdown“.
Esperti: “Il rischio di reinfezione non è remoto”
Nella lettera gli scienziati hanno spiegato anche il motivo del no all’immunità di gregge: “Si tratta di un approccio fallace e costoso in termini di vite umane ed economici e non arresterebbe comunque il virus, che tornerebbe più volte in nuove ondate ripetute. Anche perché sono sempre maggiori le evidenze secondo cui l’immunità post infezione al Sars-CoV-2 dura solo pochissimi mesi dal contagio, poi svanisce e il rischio di reinfezione non è remoto“.
Esperti: “L’immunità di gregge non ha evidenze scientifiche”
Nell’articolo è precisato come “qualsiasi strategia di gestione della pandemia basata sull’immunità da infezioni naturali per Covid-19 è difettosa e senza evidenze scientifiche. Oltre al costo umano, ciò avrebbe un impatto sulla forza lavoro nel suo complesso e sopraffarebbe la capacità dei sistemi sanitari di fornire cure intensive e di routine. Inoltre, non ci sono prove di immunità protettiva duratura alla Sars-Cov-2 a seguito di infezione naturale, e la trasmissione endemica derivata dal declino dell’immunità rappresenterebbe un rischio per la popolazione per un tempo indefinito. Una strategia simile non porrebbe fine alla pandemia, ma si tradurrebbe in epidemie ricorrenti, come nel caso di numerose malattie infettive prima dell’avvento della vaccinazione […]“.
Gli esperti si sono soffermati anche sul tasso di mortalità: “E’ molte volte superiore a quello dell’influenza stagionale, e l’infezione può portare a malattie persistenti, anche in persone giovani e precedentemente sane. Non è chiaro per quanto tempo l’immunità protettiva dura e, come altri coronavirus stagionali, Sars-Cov-2 in grado di reinfettare persone che hanno già avuto la malattia“.