Le elezioni regionali, la crisi del Movimento 5 Stelle e la riforma elettorale potrebbero creare le condizioni ideali per il voto anticipato. Anche per il Pd…
Il 2020 si apre all’insegna dell’incertezza per quanto riguarda lo scenario politico italiano. La crisi del Movimento 5 Stelle, le elezioni regionali e la riforma della legge elettorale vanno a formare il quadro ideale per andare al voto facendo saltare il banco.
Ci provano da tempo Lega e Fratelli d’Italia, ma c’è chi non esclude che anche il Pd possa farci un pensierino nel caso in cui la convivenza con i pentastellati dovesse diventare ancora più difficile. E lo scenario non è irrealistico.
La crisi del Movimento 5 Stelle
Il primo fattore di instabilità è legato evidentemente alla crisi interna al Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio è assediato dai ribelli che si dividono tra chi decide di lasciare la fazione e chi invece opta per la guerra di logoramento dall’interno. Il Partito democratico ha fatto sapere di non vedere pericoli per la tenuta del governo ma è evidente che dal Nazareno si seguano con particolare interesse le vicende pentastellate.
Un governo stabile perché nessuno vuole davvero il voto anticipato
La sensazione è che abbia ragione il premier Conte. Il governo non rischia perché nessuno vuole andare davvero al voto. Lo scenario è chiaro anche a Matteo Salvini, che ha cambiato strategia: ha abbassato i toni, veste i panni del leader diplomatico e paziente e continua a coltivare i rapporti giusti. Poi accade che dalla Lega arrivi un aiutino per far partire il referendum sul taglio dei parlamentari, un tentativo di mettere in crisi la maggioranza a discapito della credibilità di alcuni esponenti del Carroccio, che ha sempre appoggiato la riforma voluta dal Movimento 5 Stelle. In fondo fa parte dei giochi di Palazzo.
Le elezioni regionali potrebbero deteriorare i rapporti tra il Movimento 5 Stelle e il Pd
La seconda minaccia concreta per il governo Conte Bis è la consultazione elettorale in Emilia Romagna. In Calabria si prospetta una vittoria larga del Centrodestra, mentre nella Roccaforte Rossa d’Italia è un testa a testa tra la Lega e il Pd. E gli scenari possibili sono due. Se a trionfare fosse la candidata leghista, le forze di maggioranza non potrebbero non riconoscere la sconfitta e lo stato di crisi. In caso di vittoria dei dem, il Pd potrebbe avanzare della pretese facendo valere i nuovi rapporti di forza. Niente di diverso rispetto a quanto accaduto tra Lega e M5s dopo le elezioni europee. E l’epilogo della vicenda è una storia ormai nota a tutti.
La riforma della legge elettorale e la tentazione del voto anticipato: Pd e Movimento 5 Stelle si guardano con sospetto
Se i rapporti al governo dovessero deteriorarsi, Zingaretti potrebbe approfittare della riforma della legge elettorale per avvicinarsi a Salvini per creare un fronte che possa portare alla fine del Bis-Conte e alle urne. Una legge elettorale con un sistema di sbarramento alto potrebbe consentire al leader della Lega di passare all’incasso prima di un eventuale calo dei consensi.