La Russia non riconosce la Corte penale internazionale: sarà difficile vedere il presidente Putin dietro le sbarre.
La Corte Penale Internazionale de L’Aja ieri ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra. Insieme a Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino, il presidente dovrebbe rispondere del reato di deportazione illegale di bambini ucraini, ma senza l’arresto e la consegna il processo non si può svolgere.
Il mandato d’arresto è valido solo nel 123 paesi che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma, tra i quali non ci sono Stati Uniti, Israele, Cina e Ucraina. Potremmo vedere quindi Putin in prigione nel caso in cui si recasse in uno dei Paesi aderenti, anche se il paese ospitante potrebbe far valere il principio dell’immunità dei Capi di Stato esteri.
Cosa potrebbe succedere adesso?
Vladimir Putin e la Commissaria per i Diritti dei Bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova sono stati accusati dalla Corte dell’Aja, in Olanda, di deportazione illegale di bambini ucraini. Avendo disconosciuto la Corte nel 2016, la Russia non approva l’estradizione dei suoi cittadini, rendendo quindi difficile l’arresto concreto. Tuttavia, il presidente potrebbe essere arrestato se si recasse in uno degli Stati aderenti allo Statuto di Roma.
Ma anche in questo caso non sarebbe definitivo l’arresto, in quanto il paese ospitante potrebbe avvalersi sul principio dell’immunità dei capi di stato esteri. Lo stesso accadde nel 2015 con il presidente sudanese Omar Bashir, che visitò il Sudafrica malgrado il mandato d’arresto della Cpi.
La sicurezza di Putin all’interno della “muraglia russa” potrebbe cadere solo nel momento in cui al potere ci sarà un altro regime russo. Ci sarebbe quindi la possibilità per il premier russo di essere consegnato alla Cpi da un futuro leader del Cremlino, per ricucire i rapporti con l’Occidente.
I reati di cui è incriminato
Insieme alla Commissaria per i Diritti dei Bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova, Putin è stato accusato di aver compiuto crimini di guerra fin dal 2014. La Corte ha parlato di centinaia di bambini prelevati da orfanotrofi e case di accoglienza, e di almeno 10 bambini spariti ad aprile scorso.
Tuttavia, la Commissaria qualche giorno fa ha annunciato trionfante l’adozione di una 15 enne proveniente da Mariupol. Il procuratore capo della Corte, Karim Khan, ha spiegato che l’incriminazione per la deportazione dei bambini è solo un primo passo nella persecuzione dei crimini di guerra russi in Ucraina.