Senza peli sulla lingua Mario Giordano a ‘Fuori dal Coro’. Il conduttore e giornalista ha parlato della “più grande opera di distruzione dei diritti”.
Monologo di fuoco a ‘Fuori dal Coro’ su Rete 4 per Mario Giordano. Il giornalista e conduttore, infatti, ha scelto un tema importantissimo e di grande attualità per aprire la puntata della sua trasmissione, quello della tragedia di Firenze con il crollo di un cantiere che ha provocato la morte di cinque operai. L’uomo ha sottolineato una durissima verità riguardo l’accaduto.
Mario Giordano e le morti sul lavoro
L’obiettivo di Giordano nell’editoriale-monologo a ‘Fuori dal Coro’ è stato quello di mettere in evidenza il tema delle morti sul lavoro e non solo. “Oggi sono fuori dal coro perché non ne posso più dell’ipocrisia di chi piange le morti sul lavoro e non ha il coraggio di ammettere una verità evidente”, ha esordito il conduttore.
“Che se oggi chi lavora ha meno sicurezza, meno diritti, meno garanzie, meno stipendio e meno tutto, è per un motivo molto semplice, questo. L’immigrazione, Donato, l’immigrazione senza regole“, ha tuonato Giordano chiamando in causa il suo regista (cosa che fa quando “è disperato”).
“La più grande opera di distruzione dei diritti”
Il discorso del conduttore è poi andato avanti in modo ancora più forte e diretto: “Bisogna avere il coraggio di dire che attraverso l’immigrazione senza regole è stata realizzata la più grande opera di distruzione dei diritti del lavoro che sia mai stata effettuata”, ha sbottato Giordano.
“Fino a qualche tempo fa si andava sempre avanti. Da qualche tempo, invece, si va indietro”, ha amaramente aggiunto il presentatore di ‘Fuori dal Coro’. “Lavoro sempre più precario, sempre meno sicuro, sempre meno pagato, perché c’è sempre un disperato disposto ad accettare condizioni sempre peggiori. E se non le accetti tu le accetta lui. E a questo che è servita l’immigrazione senza regole“.