Le ricerche sulla Marmolada continuano, e il numero dei dispersi scende sempre di più: il bilancio attuale è di 7 vittime e 8 dispersi.
Continuano ad arrivare notizie relative al crollo del ghiacciaio della Marmolada, che ha colpito l’opinione pubblica italiana. Il bilancio attuale è ancora parziale, con 8 dispersi e 7 vittime. Delle 7 vittime, tre sono state identificate: Paolo Dani, Tommaso Carollo e Filippo Bari. Sono 8 i dispersi “reclamati”, ovvero quelli di cui è stata denunciata la scomparsa dai familiari. Tra questi, tre sono della Repubblica Ceca. Il presidente Mattarella ha dichiarato, in merito alla tragedia, quanto segue: “Questa tragedia è il simbolo di tutte quelle emergenze climatiche che non vengono governate”.
I soccorsi
Le ricerche sul ghiacciaio della Marmolada sono riprese questa mattina, con l’uso di quattro droni, al fine di setacciare l’area interessata. Il soccorso alpino ha dichiarato: “Domani, se le condizioni meteo lo permettono, potremmo organizzare una ispezione sul ghiacciaio con massimo 20 professionisti altamente qualificati e alcune unità cinofile”. Un soccorritore ha inoltre dichiarato: “Non troviamo persone, ma pezzi di persone”. Parole terrificanti, che si uniscono alle tragiche dichiarazioni del Presidente del soccorso alpino del Trentino: “I corpi sembrano usciti da un tritacarne”.
Le parole di Draghi
Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha dichiarato in conferenza stampa: “Questo è un dramma che certamente ha delle imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica”. Inoltre, la procura di Trento ha aperto un fascicolo per disastro colposo, al fine di identificare le cause del crollo e i possibili colpevoli della tragedia.
Le dichiarazioni dei Vigili del fuoco
“Sicuramente per tutta la settimana andranno avanti le ricerche coi droni, giorno e notte, saranno sempre attivi, poi dopo quella fase si valuterà la tenuta per una eventuale bonifica”, ha asserito Fausto Zambelli, personale del nucleo elicotteri della Provincia di Trento. Inoltre, “bisogna agire con prudenza perché in quell’area c’è stata una guerra, c’è il rischio di trovare ordigni della Prima Guerra Mondiale. Serve cautela, le bombe sono pericolose”.