Matteo Salvini continua nell’operazione di compattezza inaugurata a seguito della discesa sotto il 9% alle Politiche.
Nel giornata in cui Roberto Maroni candida Luca Zaia alla guida del partito, il segretario leghista Matteo Salvini va avanti per la sua strada e incontra per un’ora e mezza i parlamentari.
Invitati a mettere da parte ogni tipo di distrazione, in corrispondenza dell’ingresso della sala Umberto a Roma e soprattutto a evitare dichiarazioni che potrebbero creare tensioni, l’incontro con i neo eletti detiene il focus di consolidare l’unità del movimento attorno alla figura di Salvini.
“Non credete a quello che scrivono i giornali” è il ‘mantra’, in riferito sia alle ricostruzioni su tensioni interne che alle divergenze nel centrodestra in merito alla formazione del governo.
Salvini
Il segretario del partito leghista continua a richiedere un regime di coesione e non solo all’interno dei gruppi. Perché nel partito, sotto superficie, c’è tensione sia riguardo al tema dei congressi che sul dopo-voto. Si osservano in primis le mosse di Veneto e Friuli. Sia Zaia che Massimiliano Fedriga restano ‘sorvegliati speciali’ dei fedeli di Salvini.
“Ho già detto che il mio cuore è in Veneto”, ha sintetizzato oggi il governatore veneto, rispondendo a chi – a Trieste, dove ha partecipato a un evento con Fedriga – gli chiedeva se intendesse fare il segretario della Lega. “Ma che staffetta con Salvini. Massimiliano è un bravissimo governatore. Io spero, ma so che lo vuol fare, che si candidi ancora. Ci sarà la sua candidatura e ci sarà un’altra occasione di governo da parte di una persona per bene di questa magnifica Regione”.
Il primo esemplare di prova circa la coesione dei rapporti si avrà nella fase di composizione della squadra di governo. Salvini ha garantito “condivisione” rispetto alle scelte con i governatori.