Matteo Renzi propone la creazione di un partito di centro cattolico e riformista per contrastare la destra illiberale, ma non sarà lui a guidarlo.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha annunciato l’intenzione di contribuire alla creazione di un partito di centro. In un’intervista rilasciata a La Stampa, l’ex presidente del Consiglio ha spiegato che l’obiettivo è costruire un soggetto politico capace di rappresentare i cattolici, i garantisti e gli imprenditori. «Un partito di centro serve. E sarà decisivo. Senza un centro cattolico, liberale, riformista accanto al Pd di Schlein, le elezioni non si vincono. Ho l’ambizione di costruirlo, non di guidarlo. E non voglio regalare il voto dei garantisti, degli imprenditori, dei cattolici a questa destra illiberale».
Le alleanze e il ruolo del centro
Renzi ha sottolineato come la destra di Giorgia Meloni sia molto diversa da quella di Silvio Berlusconi, descrivendola come una coalizione giustizialista e priva di una cultura liberale. «Lo spazio c’è e va coperto. La destra della Meloni è molto diversa dalla destra di Berlusconi: è una coalizione giustizialista che rifiuta la cultura liberale».
Renzi ha affrontato anche il tema delle alleanze nel centrosinistra, evidenziando la necessità di un equilibrio. Ha espresso scetticismo sui giochi di potere interni al Partito Democratico, dichiarando: «Il campo largo sarà guidato da chi ha più voti. Vedo in atto i soliti giochini delle correnti Pd per fare le scarpe alla Schlein: la storia del federatore, il Papa straniero. Per me la coalizione la guida chi ha più voti. E il centro lo guida chi ha più idee».
Riguardo al Movimento 5 Stelle, Renzi ha segnalato una spaccatura interna: «Dentro il M5S c’è un’anima che desidera costruire seriamente il centrosinistra, ma anche un’anima che non vuole. È iniziato il secondo tempo della partita e ora Conte dovrà scegliere».
Renzi: critiche alla gestione istituzionale
Renzi ha lanciato dure critiche al presidente del Senato, Ignazio La Russa, accusandolo di non rispettare le opposizioni: «L’obbligo del presidente del Senato è quello di consentire il dibattito e tutelare i diritti delle opposizioni. Invece, La Russa interrompe gli interventi dei senatori, attaccando chi dissente».
Inoltre, ha risposto alle accuse di aver contribuito alla sua elezione: «La Russa è stato eletto con trenta voti provenienti dall’opposizione. Noi ne avevamo cinque. Anche se avessimo votato per lui, i numeri non tornano».
Infine, Renzi ha criticato una proposta del governo per limitare i finanziamenti esteri ai senatori, definendola una vendetta politica: «Non ho problemi a votare una legge che vieta di prendere soldi da Stati stranieri, ma una norma scritta di notte per colpire un singolo senatore non è degna di un Paese civile».
Il progetto di Renzi mira a ridefinire il panorama politico italiano, offrendo un’alternativa alla polarizzazione tra destra e sinistra. Resta da vedere se riuscirà a conquistare il consenso necessario per affermarsi come forza decisiva.