Le Regionali in Abruzzo hanno fatto registrare un’altra sconfitta della Lega e di Salvini. Il leader verde ha commentato guardando al futuro.
Le turbolenze nella Lega, l’esito negativo delle Regionali in Abruzzo e quel messaggio, neppure tanto velato, a Giorgia Meloni. Matteo Salvini torna a parlare e lo fa da Nicola Porro affrontando diversi argomenti. Dall’esito delle ultime elezioni che, al netto del successo del centrodestra, hanno portato risultati negativi per i verdi, fino ai discorsi sull’Europa indirizzati alla Premier.
Matteo Salvini, l’ultima sconfitta della Lega
Le Regionali in Abruzzo hanno messo in evidenza, al netto della vittoria del centrodestra con il trionfo di Marsilio, un dato chiaro: dalle urne la Lega esce indebolita. Per la precisione, come sottolineato da Open, con il 7,6% e 120 mila voti in meno rispetto al passato.
Un segnale c’era stato anche dalla Sardegna, dove era andata anche peggio dal punto di vista delle percentuali. In quel caso, però, c’erano diversi altri fattori che avevano potuto influire, dalla mancata candidatura di Solinas, fino alle frizioni con il Partito Sardo d’Azione.
In questo caso, però, i verdi e Salvini sono usciti sconfitti pure da Forza Italia. Oltre ad arretrare pure rispetto alle elezioni politiche del 2022, infatti, i verdi sono stati sorpassati da FI. Questa, probabilmente, è la nota maggiormente dolente del leader del Carroccio che sperava, dopo la morte di Berlusconi, di poter portare dalla sua, diversi dei voti azzurri che, invece, sono stati mantenuto da Tajani.
Al netto del risultato abruzzese, però, Salvini ha commentato: “La Lega è un partito seguito e scelto da Nord a Sud. Siamo determinanti anche in Abruzzo”.
Il messaggio a Giorgia Meloni
Parlando da Nicola Porro, poi, come ripreso da Il Giornale, il leader leghista ha voluto mandare anche un segnale in chiave europea, direttamente a Giorgia Meloni.
“Sono alleato di Giorgia in Italia“, ha precisato. “Ma in Ue sull’immigrazione, ad esempio, non hanno mosso le mani per 4 anni e mezzo. Per me dovrebbe essere ‘meno Europa e più Italia‘”.
In questo senso, un ruolo importante lo gioca proprio il partito verde: “La Lega è un partito nazionale, governiamo dal Veneto alla Sicilia, quando io sono entrato nella Lega non c’era lo strapotere della Ue, ora da Bruxelles decidono su agricoltori, tassisti e balneari. La battaglia con l’Europa l’Italia la vince unita, da Zara al sud. L’Europa va radicalmente cambiata, il partito è d’accordo con me”.
E in chiave futura, ancora: “Il nuovo centralismo non è a Roma, ma a Bruxelles: sono loro i veri estremisti. Non posso governare in Europa con chi l’ha disastrata in questi vent’anni”.