L’alpinista e scrittore Mauro Corona protagonista di una bella intervista a tuttotondo tra vita privata, lavoro e il recente documentario sulla sua vita.
Lo abbiamo visto di recente raccontarsi a Verissimo con tanto di passaggi delicati sul suo rapporto con l’alcol. Adesso, Mauro Corona ha avuto modo di aprirsi ulteriormente in una serie di interviste a margine dell’uscita del documentario dedicato alla sua vita dal titolo: ‘La mia vita finché capita’, disponibile da lunedì 5 maggio 2025.

Mauro Corona e il documentario sulla sua vita
Assoluto protagonista delle serate televisive e non solo, Mauro Corona è tornato a parlare in queste ore in una serie di interviste rilasciate in occasione dell’uscita del documentario sulla sua vita dal titolo: ‘La mia vita finché capita’. Qui, lo scrittore e alpinista si è aperto raccontando diversi aspetti inediti delle sue varie esperienze, alcune anche sofferenti, come il rapporto con l’alcol.
“Prima del ciak ero piuttosto scettico”, ha ammesso Corona parlando con ilNordEst. “[…] Trentadue anni fa girai per la Tv svizzera ‘L’uomo di legno’, che vinse tutti i premi dei festival di montagna. Ebbene, l’ho rivisto tempo fa e non mi sono piaciuto per niente, mi creda: sul grande schermo c’è un uomo arrogante, maleducato e spaccone, una recita abbastanza antipatica. Quando l’agente letterario mi propose questa nuova chance, subito pensai: ‘scusa, ma a chi interessa di me? Dai’. Poi ci ho pensato su: e se il nuovo film aiutasse a riscattare la mia brutta immagine di allora? Mica lo rinnego ‘L’uomo di legno’, sia chiaro, ma a settantacinque anni è doveroso chiudere i conti e chiederti chi sei stato e chi sei veramente“, ha spiegato ancora Corona.
La tv, l’alcol e la morte
A Repubblica, invece, lo scrittore e noto volto televisivo ha lasciato detto anche qualcosa in merito alla sua esperienza sul piccolo schermo. In questo senso non è chiaro se l’intenzione sia quella di salutare definitivamente il modo della tv: “Vado in tv per vanità ma ora stop, anche con il vino”.
E proprio sul suo rapporto con l’alcol: “Sto provando a liberarmi dall’alcol. Ci sono riuscito per 5 anni e ci sono ricaduto. Poi ce l’ho fatta per altri 2 anni. Ogni tanto ci ricado, è una vipera che ti morde. Dall’alcol non ne puoi uscire. Lo puoi sospendere, ma non puoi uscirne. La colpa è solo mia, è una scelta. Ho 74 anni, non so quanto mi resta: vorrei viaggiare in discesa, non più in salita”, le sue parole.
Sulla morte: “Se la temo? L’imperativo dei potenti è: migliorare la condizione della vita. Io guarderei di più a quella della morte, invece. Si muore male e abbandonati. Sono stato recentemente al fianco di un mio amico molto malato che con grande sofferenza arrivava al tramonto. Non c’è stato verso di mandarlo di là un po’ prima, quel tanto che sarebbe bastato a evitargli i tormenti. Dove sta la pietà? Di quella morte ho paura io. E di non poter più godere dei piccoli riti giornalieri: andare al bar con gli amici, bere un bicchiere, giocare a morra, raccontare di noi. Godiamoci le piccole cose, fino in fondo, quando le facciamo […]”, ha detto, invece, di nuovo a ilNordEst.