Il drammatico racconto di Mauro Corona: “Investito da una valanga”

Il drammatico racconto di Mauro Corona: “Investito da una valanga”

Il noto scrittore e alpinista Mauro Corona ha sorpreso tutti svelando quanto vissuto ad alta quota. La confessione in diretta tv.

Non ha mai peli sulla lingua quando parla e questo capita anche quando l’argomento della discussione è un fatto capitato a lui personalmente. Stiamo parlando di Mauro Corona, noto opinionista, scrittore e alpinista, che nell’ultima puntata della trasmissione di Rete 4, ‘È sempre Cartabianca‘ con Bianca Berlinguer, ha raccontato di aver vissuto un vero e proprio dramma in montagna.

Mauro Corona

Corona, ospite fisso della trasmissione di Rete 4 con Bianca Berlinguer, ha avuto modo di affrontare il delicato tema di cronaca di questi giorni, con gli alpinisti morti a Zermatt. In questo senso, prima di esprimersi sul fatto in sé, ha voluto dire la sua su quanto vissuto in prima persona.

“Sono rimasto sotto 200 metri perché ho voluto fare quel passo in più, perché se io stavo sulla cresta ero tranquillo”, ha ammesso lo scrittore. “Infatti ha travolto anche il camoscio il cui scheletro l’ho trovato poi a giugno. Ho detto: ‘ma no non sarà mica proprio oggi'”, riferendosi con ogni probabilità a quei drammatici momenti in cui ha rischiato di perdere la vita.

Gli alpinisti morti

Riferendosi al caso dei cinque alpinisti trovati morti congelati lungo il percorso Zermatt-Arolla, al confine tra Svizzera e Italia, poi, lo scrittore e opinionista ha dato la sua visione.

In tal senso, Corona ha sottolineato quale, probabilmente, sia stato l’errore commesso dalla vittime: “Si fa quell’errore che è dato anche dall’esperienza, dall’estrema esperienza perché questi erano capaci. Hanno detto dai andiamo fino lì, poi vediamo cosa succede se il tempo tiene. Poi è cambiato tutto improvvisamente“.

Lo scrittore, infatti, conosce bene cosa può accadere in alta quota: “Nel giro di cinque minuti può capitare l’inferno e le temperature possono calare anche fino a -15 gradi”, ha concluso spiegando cosa potrebbe essere accaduto dalle parti in cui si trovavano gli alpinisti, nella zona della Tête Blanche, a circa 3500 metri di quota.