Dopo il rifiuto del Parlamento di ratificare la riforma del Mes, quali saranno le prossime mosse del governo italiano e dell’Unione Europea?
Dopo il “no” del Parlamento italiano di ratificare la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), l’Unione Europea e il governo Meloni si trovano a dover decidere le prossime mosse. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha ammesso che avrebbe preferito un approccio diverso, alimentando le discussioni su come procedere.
Mes, scontri tra Italia e Ue
Senza la ratifica dell’Italia – unico Paese membro ad aver confermato il proprio rifiuto – la nuova versione del Mes non potrà andare avanti. Una situazione di stallo che mette a rischio il completamento dell’Unione bancaria.
Come afferma il direttore generale Pierre Gramegna, in questo modo “non sarà in grado di fornire il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico dell’Unione bancaria, di cui beneficerebbero tutti i Paesi dell’area euro“.
Come pensa di agire l’Europa?
Allo stato attuale, la linea europea è di non cambiare il testo del nuovo trattato, nella speranza che l’Italia cambi idea. Si ipotizza però anche la possibilità che possa esserci una nuova intesa tra i Paesi dell’Eurozona, da cui l’Italia rimarrebbe esclusa.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che il Mes può essere migliorato, suggerendo che l’Italia potrebbe essere disposta a negoziare modifiche al trattato. Questa posizione è stata apprezzata in ambito Ecofin, dove gli sforzi del ministro per condurre in porto la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità sono stati riconosciuti.
Le prossime settimane saranno cruciali per capire quali potranno essere le conseguenze del muro contro muro tra Italia e Unione europea. Il 15 e 16 gennaio si terranno incontri con l’Eurogruppo ed Ecofin, mentre il 1° febbraio toccherà alla premier Giorgia Meloni rispondere alle eventuali domande dei suoi colleghi al vertice straordinario convocato su bilancio e Ucraina.