I falchi di Mosca stanno tramando contro il Cremlino per deporre lo Zar.
La Russia è spaccata, la perdita della prima città russa ha agitato ancor di più i nazionalisti contro i vertici. I nazionalisti hanno detto che si tratta della prima perdita di una città “russa” a causa di una forza nemica dalla seconda guerra mondiale. C’è chi invoca la legge marziale e l’uso delle armi atomiche. La controffensiva di Kiev sta producendo i suoi effetti e sta mettendo in crisi non solo le forze armate russe ma l’assetto di Mosca.
Si è creata una profonda spaccatura tra l’esercito ufficiale al cui comando c’è il ministro della difesa Serghej Shojgu e del capo di stato maggiore Valerij Gerasimov e le milizie irregolari. Sono queste le forze armate che hanno inferto i maggiori colpi all’Ucraina. Tra questi in prima linea ci sono i ceceni e i mercenari del gruppo Wagner, protagonista nella terribile offensiva di Mariupol.
La Russia spaccata tra vertici militari e mercenari
Questa spaccatura ha portato gli analisti a prevedere purghe che ricordano la Russia di Stalin dei vertici militari e c’è chi paventa addirittura un golpe contro Mosca. Anche i russi in esilio pensano ad un golpe da parte dell’estrema destra russa. Grozev a capo del sito investigativo Bellingcat commenta: «È in atto uno scisma totale in seno alla lobby della guerra che non è destinato a concludersi in modo pacifico, senza voler fare giochi di parole».
In prima fila ci sono i ceceni di Ramzan Kadyrov che critica i generali e i vertici militari accusandoli di non informare adeguatamente Putin. “Dobbiamo adottare misure più incisive, inclusa l’imposizione della legge marziale nelle regioni di confine e l’uso di armi nucleari a basso rendimento” ha incitato il cosiddetto “mastino di Putin”. A lui si è unito anche il capo dell’esercito Wagner. Anche la consigliera della Duma incita Putin a prendere misure drastiche contro la perdita di territorio.