Dieci anni dalla tragedia della Costa Concordia. La ricostruzione, le telefonate e i soccorsi

Dieci anni dalla tragedia della Costa Concordia. La ricostruzione, le telefonate e i soccorsi

Il drammatico naufragio della Costa Concordia: l’impatto contro un gruppo di scogli al largo dell’Isola del Giglio.

Erano le ore 21:45:07 del 13 gennaio 2012 quando la nave Costa Concordia del capitano Schettino impattava contro un gruppo di scogli nei pressi dell’Isola del Giglio. Nei minuti e nelle ore successive sarebbe successo di tutto. Le immagini sono indimenticabili. Chiunque abbia assistito a quelle scene non può dimenticare. È il naufragio della Costa Concordia, una tragedia.

Il naufragio della Costa Concordia

La sera del 13 gennaio, intorno alle 19.00, la nave lascia il porto di Civitavecchia per fare ritorno a Savona. Era l’ultima tappa della crociera Profumo d’agrumi.

In base alle ricostruzioni è possibile affermare che intorno alle ore 21.05 la nave si allontanò dalla rotta usuale per avvicinarsi all’Isola del Giglio. La nave sfila al largo dell’isola e saluta. È la cerimonia, abbastanza usuale in realtà, dell’inchino. Una manovra con un piccolo margine di rischio, suggestiva e per certi versi tradizionali. Ovviamente la cerimonia non rientra nei piani di navigazione. Si tratta di una licenza del comandante della nave. Il comandante Schettino avrebbe poi dichiarato che l’inchino sarebbe stato richiesta dal maître, il quale era possessore di una casa sull’isola.

La manovra risulta più complessa del previsto per le caratteristiche del fondale e per la presenza degli scogli. Durante le manovre il comandante si accorge di essere troppo vicino agli scogli, in rotta di collisione. Ordina che la barra venga posizionata al centro, il timoniere non comprese l’ordine o sbagliò ad eseguirlo. Alle 21:45:07 l’impatto della Costa Concordia contro il gruppo di scogli delle Scole.

L’impatto apre una falla nella nave. I motori elettrici e i generatori di gasolio smettono di funzionare. La nave inizia ad imbarcare acqua.

Alle ore 21.58, quasi 15 minuti dopo l’incidente, Schettino contatta Roberto Ferrarini, capo dell’unità di crisi di Costa Crociere.

Alle ore 22.02 la Capitaneria di porto di Civitavecchia contatta la Costa Concordia. Successivamente è la capitaneria di porto di Livorno a contattare la nave.

Di fatto, stando alle ricostruzioni, fino alle 22.13 circa la notizia dell’allagamento non è emersa e non è stata comunicata neanche ai passeggeri. Solo alle 22.25, dopo che ai passeggeri era stato detto che i problemi erano stati risolti, la Costa Concordia dava alla Capitaneria di Porto di Livorno della falla e dell’allagamento.

Alle 22.33, a quasi un’ora dall’impatto con gli scogli, viene lanciato il segnale di emergenza e viene chiesto ai passeggeri di radunarsi sui ponti di riunione. Alle 22.54 viene ordinato l’abbandono della nave.

Il bilancio: 32 vittime

Inizialmente in pochi sembrano intuire la gravità della situazione. La nave invece si stava rapidamente inclinando adagiando sul fondale. Le operazioni di soccorso terminano nella notte tra il 13 e il 14 gennaio. I soccorritori mettono in salvo più di tremila passeggeri e più di mille membri dell’equipaggio. Il bilancio complessivo conta trentadue vittime.

Le telefonate tra De Falco e Schettino: “Vada a bordo ca…”

Fanno parte della storia anche le telefonate tra il comandante Schettino e il comandante di Fregata Gregorio De Falco, con il suo ormai storico “Vada a bordo ca***” pronunciato quando il comandante della Costa Concordia aveva già abbandonato la nave. Si sarebbe scoperto che Schettino alle 00.42 era già a terra e non stava coordinando le operazioni di soccorso.

Schettino: “Comandà, allora, in questo momento la nave è inclinata…”

De Falco: “Ho capito. Ascolti: c’è gente che sta scendendo dalla biscaggina di prua. Lei quella biscaggina la percorre in senso inverso, sale sulla nave e mi dice quante persone e che cosa hanno a bordo. Chiaro? Mi dice se ci sono bambini, donne o persone bisognose di assistenza e mi dice il numero di ciascuna di queste categorie. È chiaro? Guardi Schettino che lei si è salvato forse dal mare ma io la porto… veramente molto male… le faccio passare l’anima dei guai. Vada a bordo, c…!”

Schettino: “Comandante, per cortesia…”

De Falco: “No per cortesia… lei adesso prende e va a bordo. Mi assicuri che sta andando a bordo…”

Schettino: “Io sto andando qua, con la lancia dei soccorsi, sono sotto qua, non sto andando da nessuna parte, sono qua…”

De Falco: “Che sta facendo comandante?”

Schettino: “Sto qua per coordinare i soccorsi…”

De Falco: “Che sta coordinando lì? Vada a bordo e mi coordini i soccorsi da bordo! Lei si rifiuta?”

Schettino: “No no, non mi sto rifiutando…”

De Falco: “Lei mi sta rifiutando di andare a bordo comandante?”

Schettino: “No, no…”

De Falco: “E mi dica quale è il motivo per cui non ci va?”

Schettino: “Non ci sto andando perché ci sta l’altra lancia che si è fermata…”

De Falco: “Lei vada a bordo, è un ordine! Lei non deve fare altre valutazioni. Lei ha dichiarato l’abbandono nave. Adesso comando io! Lei vada a bordo! È chiaro?”

Schettino: “Comandante…”

De Falco: “Non mi sente?”

Schettino: “Sto andando a bordo…”

De Falco: “Vada! Mi chiami direttamente da bordo. C’è il mio aerosoccorritore lì. Il mio soccorritore sta a prua. Avanti! Ci sono già dei cadaveri Schettino… avanti!”

Schettino: “Quanti cadaveri ci sono?”

De Falco: “Non lo so… uno lo so. Uno l’ho sentito. Me lo deve dire lei quanti ce ne sono, Cristo!”

Schettino: “Ma si rende conto che qua è buio e qua non vediamo nulla…”

De Falco: “E che vuole tornare a casa Schettino? È buio e vuole tornare a casa? Salga sulla prua della nave tramite la biscaggina e mi dica cosa si può fare, quante persone ci sono e che bisogno hanno. Ora!”.

Di seguito il video della telefonata tra Schettino e la capitaneria di Porto

Il processo a carico di Schettino

Rinviato a giudizio, l’11 febbraio 2015 Francesco Schettino viene condannato a sedici anni di reclusione per omicidio plurimo colposo e lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono della nave. La condanna viene confermata l’anno successivo in secondo grado. Nel 2017 la Corte di Cassazione conferma la condanna e chiude l’iter processuale.

Il recupero della Costa Concordia

Le operazioni di recupero della Costa Concordia iniziano nel maggio del 2012. Si tratta di una vera e propria impresa alla luce delle dimensioni della nave. Solo nel settembre del 2013 iniziano i lavori per raddrizzare la nave, fino a quel momento rimasta adagiata sul fondale. L’operazione termina con successo dopo quasi una giornata. Nel 2014 il Consiglio dei Ministri stabilisce che la nave Costa Concordia sarebbe stata smantellata a Genova. La nave lascia l’isola del Giglio e inizia il suo ultimo viaggio il 23 luglio 2014.

Argomenti