Tra i temi programmati in sede del Consiglio europeo, ci saranno quelli della fine della guerra in Ucraina e la questione gas.
I vari capi dei Consigli europei si incontreranno nelle giornate del 30 e 31 maggio. Gli argomenti protagonisti in sede del Consiglio saranno: la questione della guerra in Ucraina e degli aiuti militari a Kiev e quello della crisi del grano.
Nel panorama però non si pensa ad una tregua, difatti nella nota provvisoria delle conclusioni non si accenna ad un cessate il fuoco. I 27 stati si schierano in due posizioni principali: coloro che spingono per una vittoria dell’Ucraina sulla Russia, e invece chi pensa a soluzioni alternative.
Al vertice straordinario che si terrà in maggio, la questione aiuti e quella energetica muoveranno le fila della discussione. Agli aiuti – militari e diplomatici – nei confronti dell’Ucraina si lega il tema dei finanziamenti del RepowerEU. Si tratta del piano europeo per uscire dalla dipendenza dal gas russo. Per adesso non è prevista una discussione sul termine della guerra tra Russia e Ucraina.
La possibilità di negoziare la pace non rientra nella nota provvisoria
L’eventuale pace di cui si era parlata nei mesi scorsi sembra non essere più presa in considerazione. Secondo quanto stabilito nel documento relativo al vertice straordinario di maggio, l’Unione europea “resta impegnata a rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendere la propria integrità territoriale e sovranità. Il Consiglio europeo accoglie la decisione di aumentare il sostegno militare nell’ambito dell’European peace Facility”.
Dal documento emerge il divario tra paesi che battono per la vittoria totale dell’Ucraina ed altri che lasciano intendere la volontà di voler prendere in considerazione delle vie alternative. Di questi stati, anche l’Italia, fermamente convinta del fatto che non si debbano chiudere i canali di comunicazione con la Russia. Di quest’ultima affermazione ne è la prova la recente telefonata tra il premier Mario Draghi ed il presidente russo Vladimir Putin. In aggiunta, Roma risulta essere una tra le capitali che sostiene che gli aiuti militari forniti a Kiev servano in primo luogo a far cessare l’offensiva tra Russia e Ucraina.