Contraendo la variante Omicron BA1. la protezione risulta essere ridotta rispetto alle sotto-varianti BA.4 e BA.5, specialmente per i soggetti non vaccinati.
È stato osservato un elevato numero di reinfezioni successivamente all’aumento delle sottovarianti di Omicron BA.1 e BA.2. In seguito a questo fenomeno, gli studiosi si sono chiesti se nello specifico, BA.2 possa sfuggire all’immunità naturale acquisita poco dopo un’infezione da BA.1.
Lo studio
L’Africa Health Research Institute di Durban, in Sudafrica ha condotto lo studio. Successivamente è stato pubblicato su medRxiv, una piattaforma che si occupa di rendere note le ricerche non ancora sottoposte a peer review da parte della comunità scientifica.
Il focolaio delle sotto-varianti BA.4 e BA.5 ha preso piede inizialmente in Sudafrica, nel periodo compreso tra la metà dicembre ed i primi di gennaio.
Nello studio condotto dai sudafricani lo scopo era quello di verificare la capacità di neutralizzare entrambe le varianti in circolazione. Per fare ciò dovevano utilizzare il siero di 39 persone che avevano contratto Omicron BA.1. Di queste persone, 24 non avevano ricevuto alcuna somministrazione del vaccino. Le altre 15 si erano ammalate, anche avendo ricevuto il vaccino. Nello specifico Pfizer-BioNTech o Johnson & Johnson.
Il siero utilizzato per lo svolgimento dello studio era stato prelevato 23 giorni dopo il manifestarsi dei sintomi. Il 23esimo giorno risulta quello “corrispondente al momento in cui l’immunità neutralizzante contro Omicron BA.1 si sviluppa e raggiunge il massimo”.
L’analisi dei dati
L’esito dello studio ha dimostrato come nei non vaccinati vi sia un calo della capacità di immunizzazione abbassate di 36 volte contro BA.4 e 37 contro BA.5 rispetto alla sotto-variante BA.1.
Parallelamente, il calo di protezione nelle persone vaccinate risulta sostanzialmente più esiguo. Si è osservata una riduzione 3,2 volte contro BA.4 e 2,6 volte contro BA.5. Ciò significa che tra vaccinati e non vaccinati, persiste una differenza protettiva di circa cinque volte.
Secondo i ricercatori, “BA.4 e BA.5 abbiano il potenziale per provocare una nuova ondata di infezione”. Attualmente, invece, non esistono dati relativi a studi riguardo alla riduzione della protezione anche nelle persone infettate dalla sotto-variante BA.2.