Le azioni militari di Israele si concentrano su Hamas, con un occhio di riguardo alla sicurezza dei civili.
Le forze di difesa di Israele proseguono la loro missione mirata a Rafah, puntando alla liberazione degli ostaggi e al debellamento di Hamas, come confermato dal Rear Admiral Daniel Hagari. “La nostra guerra è contro Hamas, non contro la popolazione di Gaza“, ha sottolineato nel suo messaggio sul canale Telegram delle IDF.
Dettagli dell’operazione a Rafah
“Le nostre operazioni a Rafah sono limitate e mirano a progressi tattici, evitando aree densamente popolate“, ha aggiunto Hagari. Dal lancio di questa fase dell’operazione, le IDF hanno eliminato dozzine di terroristi e scoperto infrastrutture cruciali come tunnel e depositi d’armi. “Prima delle operazioni, avvertiamo i civili di spostarsi temporaneamente per minimizzare le vittime“, spiega il portavoce.
Assistenza e risposta agli attacchi di Hamas
Anche sotto il fuoco, Israele ha permesso l’ingresso di aiuti significativi a Gaza. “Abbiamo facilitato l’ingresso di 200.000 litri di carburante e coordinato l’apertura di un nuovo ospedale da campo“, ha detto Hagari. Questo contrasta con le azioni di Hamas, che ha lanciato missili da Rafah verso il valico di Kerem Shalom e attaccato Beer Sheva, colpendo aree civili come i parchi giochi.
L’importanza dell’assistenza umanitaria continua a essere un pilastro della strategia israeliana, cercando di preservare la vita civile mentre si risponde con determinazione agli attacchi.
La morte di due medici palestinesi a Deir al-Balah durante un raid aereo israeliano ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulle vittime collaterali del conflitto. Questi eventi dolorosi evidenziano la complessità e i rischi delle operazioni militari in zone densamente popolate.
A Tel Aviv, le tensioni si riflettono nelle proteste per il rilascio degli ostaggi, culminate con l’arresto di 30 persone durante una manifestazione. Questo mostra una società profondamente coinvolta e preoccupata per la situazione dei propri cittadini detenuti.