La parità tra euro e dollaro si ripresenta, 20 anni dopo: per la prima volta dal 2002, euro e dollaro valgono ugualmente.
Non capitava dal 2002 che euro e dollaro valessero ugualmente, ovvero dal momento in cui la moneta unica europea è stata introdotta sul mercato. L’euro è crollato vertiginosamente a causa del rischio di un taglio netto di forniture di gas dalla Russia, ma non solo: anche una possibile recessione legata all’aumento dell’energia nonché ai ritardi della Banca Centrale Europea rispetto alla Federal Reserve, a livello di politica monetaria. Gli investitori hanno dunque preferito il dollaro all’euro, tanto che la valuta Usa ha guadagnato il 14% circa dall’inizio del 2022.
Le parole degli esperti
Stando agli analisti, la debolezza economica europea fa crescere l’incertezza in merito al futuro piano di rialzo dei tassi della Bce. “In questo momento non sembra esserci molto sostegno per l’euro. E non solo per i prezzi del gas ma anche per le divergenze in seno alla Bce sul rialzo dei tassi”, afferma Sarah Hewin, senior economist presso Standard Chartered. “Le attese sono per un incremento dei tassi da parte della Federal Reserve da 75 punti questo mese con la prospettiva di raggiungere la neutralità dei tassi il prima possibile mentre per la Bce il messaggio è più variegato”, conclude Hewin.
Cosa cambia per l’Italia?
L’indebolimento dell’euro favorisce l’esportazione, per i Paesi europei, ma i costi di produzione, come anche detto dal commissario europeo Gentiloni, saranno più alti. Questo, ovviamente, al netto di prezzi inferiori e profitti maggiori per l’export di prodotti nel mercato americano. “Sotto la spinta dell’euro debole con un balzo del 19% è record storico per le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel 2022, con oltre un terzo del valore che viene realizzato fuori dai confini dall’Unione europea”, afferma Coldiretti, volendo specificare che il settore del turismo potrebbe beneficiare, in particolare, della parità euro-dollaro.