Gli scienziati del Global Health Summit sul futuro del Covid: “Sarà endemico, sono possibili nuovi focolai stagionali”.
Il dramma del nuovo coronavirus potrebbe non finire così presto come auspicato: il Covid infatti potrebbe essere endemico e potrebbero esserci nuove ondate di contagi nonostante le vaccinazioni e nonostante la risposta immunitaria degli individui che hanno contratto il virus.
Il Covid sarà endemico, sono possibili nuove ondate
L’analisi sul futuro del Covid è stata condotta da un team di 26 scienziati di tutto il mondo e lo studio è stato pubblicato sul sito della Commissione europea in occasione del Global Helth Summit di Roma.
L’ipotesi è che, a causa della diminuzione dell’immunità natura e dell’insufficiente numero di vaccini, il Covid possa diventare endemico e che nuovi focolai possano accendersi stagionalmente. La notizia ovviamente non può essere considerata positiva, ma non ci sono dubbi sul fatto che l’Europa abbia imparato a difendersi. Nei Pasi dove la distribuzione dei vaccini è stata limitata è presumibile che possano verificarsi nuove ondate. Da qui l’appello affinché tutti i Paesi abbiamo accesso alle risorse.
Cosa significa endemico?
Endemico significa costante. Per quanto riguarda la medicina, si fa riferimento ad una malattia che emerge sporadicamente ma con una certa continuità.
L’importanza della prevenzione
Gli esperti che hanno collaborato allo studio evidenziano come la necessità prioritaria sia quella di investire per la prevenzione. L’Europa ha imparato a caro prezzo che bisogna investire sulla Sanità e che bisogna rafforzare i sistemi di tutti gli Stati membri. Bisogna investire nella formazione del personale sanitario, nell’infrastruttura ospedaliera, nei professionisti del settore, nelle apparecchiature e nelle forniture.
L’età delle pandemie
“Il mondo, sottolinea il panel, sta entrando in una ‘age of pandemics’. “Gli sforzi di oggi per affrontare il Covid-19 dovrebbero includere investimenti e misure di risposta che abbiano il maggior potenziale possibile per un miglioramento sostenibile della prevenzione, inclusi gli investimenti in risorse umane e nella loro formazione, della preparedness e della risposta alle minacce globali per la salute“, si legge nel comunicato con il quale l’Iss ha ripreso lo studio.