Perché il Coronavirus si è diffuso tanto rapidamente in Italia?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Perché il Coronavirus si è diffuso tanto rapidamente in Italia?

Coronavirus Italia

Coronavirus in Italia, perché (e come) si è diffuso tanto rapidamente in Italia. L’analisi del contagio sul territorio italiano.

Non sorprende la diffusione del coronavirus in Italia e soprattutto nella parte settentrionale del Paese. Gli sforzi preventivi delle autorità italiane non sono riuscite ad impedire il contagio sul nostro territorio nazionale e spera ora di riuscire a confinare geograficamente l’area di contagio.

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Perché il Coronavirus si è diffuso in Italia?

Il Nord Italia, dove sono sorti i primi due focolai del coronavirus, è un territorio di scambio economico e culturale. Nelle grandi città del Nord vanno e vengono manager provenienti da ogni parte del mondo. Anche dalla Cina, che nel corso degli ultimi anni si è trasformata in una realtà centrale dell’economia mondiale.

Inoltre la sensazione è che le autorità sanitarie abbiano in qualche modo sottovalutato la situazione. Non avendo notizia di italiani di ritorno dalla Cina, alcuni medici hanno archiviato alcuni casi di contagio come una semplice influenza.

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Fonte foto: https://twitter.com/

Un contagio rapido ‘nato’ in ospedale

E questo è uno dei motivi per cui il COVID-19 si è diffuso tanto rapidamente nel Nord Italia. La non conoscenza dei sanitari ha fatto sì che i primi casi di contagio non fossero riconosciuti. Versione dei fatti confermata anche da Angelo Borrelli, commissario straordinario all’emergenza sanitaria.

La diffusione, in attesa di rintracciare il paziente zero, è stata capillare perché è avvenuta anche se non soprattutto negli ospedali.

Da noi si è verificata la situazione più sfortunata possibile, cioè l’innescarsi di un’epidemia nel contesto di un ospedale, come accadde per la Mers a Seul nel 2015.

Purtroppo, in questi casi, un ospedale si può trasformare in uno spaventoso amplificatore del contagio se la malattia viene portata da un paziente per il quale non appare un rischio correlato. Il contatto con altri pazienti con la medesima patologia oppure la provenienza da un Paese significativamente interessato dall’infezione.

Non sappiamo quindi ancora chi ha portato nell’area di Codogno il coronavirus. Ierò il primo caso clinicamente impegnativo di Covid-19 è stato trattato senza le precauzioni del caso perché interpretato come altra patologia“, ha dichiarato Massimo Galli ai microfoni de Il Corriere della Sera.

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ultimo aggiornamento: 25 Febbraio 2020 15:20

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