Il governo uscente lavora con il futuro esecutivo per evitare razionamenti per il prossimo inverno, ecco come faranno.
Domenica Eni ha segnalato l’interruzione delle forniture a Tarvisio da cui entra il gas russo dalla Siberia. Lo stop è stato causato da un contenzioso tra Gazprom e l’Austria sul pagamento in rubli anziché in euro. Probabilmente toccherà all’Italia risolvere la questione. Al momento non dovremmo subirne, ma anche se ormai è solo il 10% delle forniture italiane di gas, il metano russo è ancora necessario per l’inverno. Un blocco potrebbe portare a razionamenti: il piano di Cingolani potrebbe evitarlo.
Al momento i nostri stoccaggi sono pieni al 90% e non basterebbero se dovessimo avere un inverno molto freddo considerando i possibili imprevisti da calcolare. Per questo motivo, il governo Draghi ha lavorato per diversificare le forniture. C’è l’Algeria che è diventata il primo fornitore, la Tap da cui arriva il gas dall’Azerbaigian, le navi e i rigassificatori da costruire per il Gnl in arrivo dagli Usa. Questo è il piano che Giorgia Meloni sta ereditando da Mario Draghi e ha intenzione di proseguire su questa strada.
Il piano di Cingolani per nuovo un tetto al prezzo del gas
La crisi energetica è al primo posto nell’agenda del prossimo governo ed è anche il motivo che spinge per una “transazione ordinata” il più possibile per non creare fratture tra i due esecutivi. Sulla questione c’è anche la tesi portata avanti in Europa da Draghi e Cingolani sul tetto al prezzo del gas. La misura è stata messa da parte dalla Commissione così il ministro della transizione ecologica ha lavorato ad un nuovo piano che presenterà al Consiglio europeo a Praga giovedì.
Questo nuovo tetto al prezzo del gas prevede un prezzo “modulare” all’interno di una forchetta con un valore massimo e uno minimo. Il piano prevede anche una nuova piattaforma di contrattazione dei prezzi e un nuovo indice calcolato sulla media quotidiana di tre listini: l’Henry Hub americano, il Jcn, che rappresenta il parametro del Gnl per il mercato asiatico, e il Brent, la Borsa del petrolio di Londra. Secondo Cingolani questa forchetta di prezzo sarà ampia o avere un valore massimo a seconda del prezzo internazionale del metano.
La rimodulazione del tetto in questo modo evita che i fornitori preferiscano un acquirente disposto a pagare un prezzo più alto – di quello fissato dal tetto europeo. Sarà compito però del prossimo governo, e quindi di Meloni che sta già lavorando al Decreto Aiuti quater per evitare razionamenti di gas.