Il Milan è una squadra giovane e di talento. Le qualità non mancano, ma questa carenza di carattere rischia di compromettere tutto.
Cosa manca al Milan per diventare grande? Qualche buona pedina qua e là, è vero, ma non è questa la mancanza principale. Ai rossoneri manca il carattere dei campioni, il killer instinct di chi a di essere forte… sempre.
Perché è “facile” tirare fuori gli attributi negli scontri diretti, quando hai nulla da perdere. È un po’ più difficile, invece, fare la “voce grossa” quando sei obbligato a vincere, a dimostrare di essere superiore. Il problema, quindi, è solo caratteriale?
Un Milan che non sfigura (mai!) con le grandi non può non avere carattere. Ce l’ha, solo che fatica a tirarlo fuori sempre. È il classico “braccino” a fregare Romagnoli e compagni, quel tremore interno che emerge ad ogni esame di maturità.
Milan: Pioli sotto accusa
Molti tifosi, dopo l’ennesimo passo falso in provincia (il misero 2-2 contro la Salernitana), hanno puntato il dito contro Stefano Pioli, reo – a loro dire! – di non trasmettere la giusta determinazione alla sua squadra. Un pizzico di verità, molto probabilmente, c’è. Non perché il mister non abbia carisma, anzi… È una questione di attitudine, di personalità, che varia, ovviamente, da individuo a individuo.
Pioli è sempre stato un allenatore “da carota” più che “da bastone”, il che non significa che il metodo sia sbagliato. Al contrario: il coach emiliano è una figura positiva, benvoluta dai giocatori, anche da quelli che vedono il campo con il contagocce. Ma po’ di verve, anche davanti alle telecamere, non guasterebbe.
Una cosa è certa: se il Milan di Pioli, dopo due anni, continua a ripetere gli stessi errori, vuol dire che qualcosa non va, che la squadra non è ancora cresciuta e, di conseguenza, nemmeno il suo leader in panchina. C’è tutto il tempo per rimediare, vista la carta d’identità del gruppo, ma ora bisogna cominciare a maturare definitivamente.