Polizia provinciale spara ai cuccioli di cinghiale. I cittadini protestano: “Colpa dell’Ama e dell’incuria”.
ROMA – E’ polemica per quanto successo a Roma nella serata di venerdì 16 ottobre 2020. Come scritto da La Repubblica, la polizia provinciale ha sparato ai cuccioli di cinghiale nella zona di Gregorio VII, nei pressi della Basilica di San Pietro.
Dopo aver catturato gli animali il giorno prima, gli agenti si sono presentati armati di un fucile per narcotizzare i cinghiali. Decisione duramente criticata dai cittadini e animalisti, scesi in piazza per protestare contro il Comune e la polizia provinciale.
La protesta dei cittadini
In piazza sono scesi centinaia di cittadini per chiedere alle autorità locali di trasferire i cinghiali nella natura. Una richiesta non accettata. Gli animali sono stati uccisi “dai veterinari della Asl con due punture di un liquido mortale”, denuncia l’Enpa.
“A Roma – si legge in una nota delle associazioni animaliste – è stato commesso un omicidio: mamma e sei cuccioli di cinghiale sono stati prima narcotizzati e poi uccisi, nonostante ci fossero altre soluzioni“. E i cittadini danno la colpa all’incuria e all’Ama.
Brambilla: “Eravamo disposti a recuperare i cinghiali”
L’ex ministra Brambilla è pronta a presentare un esposto per quanto successo: “Ho contattato Zingaretti per annunciare che la mia associazione sarebbe andata a recuperare per recuperare la famiglia dei cinghiali per farsene carico. Dopo alcune telefonate la questione mi sembrava risolta, ma gli uomini della polizia provinciale si sono presentati armato con il presidente della commissione Ambiente, Daniele Diaco e il direttore del Dipartimento Tutela Ambientale, Marcello Visca, che ha speso anche parole ingiuriose nei miei confronti: motivo per cui sarà denunciato. Formalizzerò anche un esposto per quanto accaduto ai cinghiali: le soluzioni c’erano“.
In piazza diversi cittadini che hanno chiesto a Diaco di contattare la sindaca Raggi. E la risposta da parte della prima cittadina, almeno secondo quanto riportato da La Repubblica, è stata negativa: “Chi dà l’ok è la Regione”.