Si va verso il Ponte sullo Stretto: ma ecco chi stanzierà le risorse

Si va verso il Ponte sullo Stretto: ma ecco chi stanzierà le risorse

L’emendamento alla Manovra sul Ponte sullo Stretto di Messina fa discutere: è tutto frutto di un furto al Sud Italia.

E’ tutto pronto per l’opera voluta da Matteo Salvini, e il governo ha deciso di ridistribuire i fondi con un taglio netto alle risorse della Sicilia e della Calabria. L’emendamento alla manovra infatti, prevede un taglio di circa 2,3 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto: risorse che saranno recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione.

Ponte sullo Stretto e il taglio dei fondi

Tra i 17 emendamenti presentati nella notte, c’è anche quello dedicato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. L’opera ha bisogno di ingenti risorse, ma per il Governo non è un problema: i fondi saranno recuperati attraverso una riduzione degli oneri a carico dello Stato di circa 2,3 miliardi.

Ma da dove provengono questi soldi? A salvare il sogno di Salvini sarà il Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni saranno prelevati dalla quota del fondo delle amministrazioni centrali, e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia. Una decisione che ha fatto discutere parecchio.

Si infiammano le polemiche: “Una rapina”

Si infiamma a più non posso il dibattito delle due Regioni coinvolte: “La rapina, ai cittadini calabresi e siciliani, è compiuta, chiosano in una nota congiunta i deputati calabresi del Movimento 5 Stelle, Orrico, Baldino, Scutellà, l’eurodeputata Ferrara ed il consigliere regionale Tavernise.

Poi aggiungono furiosi: “Sono loro che pagheranno, a caro prezzo, il Ponte sullo Stretto voluto da Salvini con risorse che sarebbero dovute servire ad altro, per supportare cioè la crescita di due territori fra i più poveri d’Europa”.

Usufruire di quei 2,3 miliardi di euro di certo può alleggerire una manovra cieca e senza investimenti e rendono vani gli sforzi per bilanciare il divario fra Nord e Sud”. Perché fondamentalmente quella somma rappresenta “il principale strumento che possiede il governo per il finanziamento e l’attuazione delle politiche di riduzione degli squilibri economici e sociali nel Paese”, dichiarano gli alleati di Giuseppe Conte.

Forza Italia spera in altre soluzioni

Dall’altro lato, la senatrice siciliana di Forza Italia, Daniela Ternullo, pur sostenendo l’importanza del Ponte sullo Stretto, ha invitato il governo a individuare coperture alternative, in modo da non sottrarre risorse preziose alla Sicilia.

“La Sicilia e i suoi cittadini attendono da troppi anni il rilancio di politiche di sviluppo che consentano di colmare un gap dovuto anche alla condizione di insularità. È il motivo per cui riteniamo inopportuno sottrarre risorse preziose al raggiungimento di questo obiettivo”, dichiara Ternullo.

La Uil denuncia: “Un vero scippo!”

La decisione del Governo sul Ponte sullo Stretto ha sollevato la reazione anche di Santo Biondo, segretario confederale della Uil, che ha definito questa scelta uno “scippo”, un tentativo goffo e controproducente per il futuro del Mezzogiorno.

Secondo Biondo, si sottraggono fondi per lo sviluppo regionale, già destinati alla Calabria e alla Sicilia per altri scopi, che erano necessari a garantire, fra le altre cose, la tenuta dei servizi sociali e l’ammodernamento di altre infrastrutture“.