Pressione gomme auto: quando controllarla e quali sono i valori ideali
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Direttore: Alessandro Plateroti

Pressione gomme auto: quando controllarla e quali sono i valori ideali

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La pressione gomme auto va monitorata costantemente in quanto può influire sia sullo stato di conservazione che sul rendimento dei pneumatici.

Uno dei parametri da tenere presente per assicurare la totale sicurezza dell’auto è la pressione delle gomme. I pneumatici, infatti, sono fondamentali per garantire stabilità alla vettura e, oltre allo stato di usura, è importante monitorare costantemente anche il livello della pressione; di seguito, vediamo tutto quello che c’è da sapere.

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La misurazione della pressione

Per effettuare una misurazione della pressione delle gomme ci si può rivolgere ad un gommista (oppure alle stazioni di rifornimento equipaggiate con la strumentazione adatta). Lo strumento che si usa per rilevare la pressione di gonfiaggio si chiama manometro. Ne esistono di due tipi. Quello analogico indica il valore mediante una lancetta graduata: va appoggiato alla valvola, facendo attenzione a fissarlo nella maniera corretta per ottenere una misurazione reale. In alternativa, esistono i manometri digitali. La principale differenza è che il valore viene visualizzato su di un piccolo schermo presente sul dispositivo, fornendo un riscontro più preciso.

Conseguenze di una pressione gomme auto errata

Anzitutto, val bene sottolineare come la pressione dei pneumatici andrebbe controllata con una certa frequenza. L’ideale sarebbe verificare il gonfiaggio ogni due/quattro settimane e comunque ogni qual volta ci si appresta ad affrontare un lungo viaggio. Inoltre, la pressione può essere monitorata in maniera ottimale – ottenendo un riscontro veritiero – quando il pneumatico è a riposo oppure ‘freddo’; in caso contrario, ovvero se la gomma è surriscaldata, la pressione sarà ovviamente maggiore e la misurazione restituirà un valore alterato.

Bisogna infatti far attenzione sia ad un eccesso di aria nei pneumatici sia ad una quantità troppo bassa: in entrambi i casi il rendimento delle gomme risulterà alterato ed influirà negativamente sul comportamento su strada del veicolo. Inoltre, il livello di pressione non è sempre lo stesso: un’auto a pieno carico, ad esempio, necessita di una pressione diversa rispetto a quando la vettura trasporta una sola persona.

Una pressione gomme auto alta può provocare:

• riduzione dell’aderenza su strada

• minore comfort nella guida

• maggiore usura delle componenti del veicolo

• pneumatico maggiormente esposto a deterioramento

Di contro, una gomma con pressione non sufficiente – e quindi leggermente sgonfia – può causare i seguenti problemi:

• aumento dello spazio di frenata su superfici bagnate

• scarsa resistenza al fenomeno dell’aquaplaning (ovvero, lo slittamento del pneumatico sull’acqua)

• difficoltà nelle operazioni di sterzata

• rischio di surriscaldamento e deformazione del pneumatico

• aumento della resistenza al rotolamento e, di conseguenza, aumento del consumo di carburante.

La corretta pressione gomme auto

Come detto, la pressione delle gomme gioca un ruolo importante in termini di sicurezza. Per questo, sono le stesse case costruttrici ad indicare il valore ideale, sia per la vettura a pieno carico che a carico parziale. Esso viene riportato in bar, l’unità di misura della pressione; il valore riportato non è quello assoluto ma è indicato in rapporto alla pressione atmosferica – che in genere è equivalente ad 1 bar. La pressione gomme auto di solito – includendo ogni fattore determinante – supera, anche di poco, i 2 bar e non va mai oltre i 3 bar.

Per informazioni più precise in merito, è possibile reperire online più di una tabella pressione gomme auto. Vi sono diversi siti che permettono di consultare i parametri per il gonfiaggio dei pneumatici scegliendo il proprio modello di auto oppure è possibile consultare il prospetto sulla pressione gomme auto Continental.

La tabella Continental riporta valori per la pressione di gonfiaggio in riferimento a pneumatici in condizioni di riposo, ovvero a freddo (dopo aver percorso al massimo dieci chilometri in contesto urbano). Poiché non è completa, è sempre bene rivolgersi direttamente al costruttore: i valori corretti possono essere reperiti all’interno della documentazione relativa al modello, in una tabella specifica o su di una targhetta affissa alla portiera dell’auto (talvolta anche sul retro dello sportello che protegge il tappo del serbatoio).

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Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/pneumatici-auto-maturo-cerchio-2615412/

Va sottolineato come non esista un valore corretto assoluto, valido sempre e comunque. Le gomme vanno gonfiate anche in considerazione di svariati fattori. Per esempio, quando bisogna affrontare un viaggio in autostrada, anche a carico parziale, è consigliabile portare il valore della pressione al massimo indicato; da qui si capisce come il carico sia una delle discriminanti principali per un corretto gonfiaggio.

Nella tabella della Continental vengono riportati non solo i valori in base al carico ma anche sugli assali. In genere, i parametri dipendono anche dalla potenza e dalla trazione e sono maggiori per una vettura ‘piena’. Spesso la pressione delle gomme anteriori – su di un’auto a pieno carico – è uguale o maggiore rispetto a quella dei pneumatici posteriori, poiché l’assale anteriore è chiamato a sostenere il peso del gruppo motore.

La pressione gomme auto invernali ed estive

Come già sottolineato, il contesto di utilizzo influisce sui valori di gonfiaggio dei pneumatici. Un caso particolare è rappresentato dai pneumatici invernali. Siccome il clima rigido tende ad abbassare la pressione dell’aria all’interno delle gomme, si consiglia di gonfiare i pneumatici un po’ di più (0.2 bar oltre il valore indicato) al fine di compensare l’effetto delle basse temperature. Ad ogni modo, anche per questo tipo di gomme, è bene effettuare un monitoraggio costante, con cadenza mensile. Per quanto concerne le gomme estive, invece, bisogna attenersi strettamente ai valori di gonfiaggio indicati dal costruttore del veicolo o dal produttore del pneumatico.

I sensori di pressione e il gas per pneumatici

I modelli di auto di più moderna generazione presentano, all’interno della loro dotazione tecnologica, un dispositivo di controllo della pressione delle gomme (TPMS). Un sensore, alloggiato all’interno del pneumatico, trasmette via radio un impulso alla centralina, comunicando eventuali variazioni della pressione interna o monitorando il numero di giri della ruota per rilevare possibili anomalie. Poiché si tratta di un dispositivo piuttosto sofisticato, è bene affidarne la gestione ad un gommista professionista.

Per quanto riguarda il gas per il gonfiaggio dei pneumatici, molti operatori offrono questa alternativa in luogo della semplice aria. Il ‘gas‘ in questione è l’azoto: il suo utilizzo comporta alcuni vantaggi (migliora la tenuta della pressione e i consumi) ma, di contro, aumenta il rischio che la gomma prenda fuoco (anche se solo ad alte pressioni). Di contro, in determinati contesti come le gare automobilistiche, gli aerei e i trasporti pensati, presenta maggiori vantaggi.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/pneumatici-auto-maturo-cerchio-2615412/

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ultimo aggiornamento: 22 Aprile 2020 8:51

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