Le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea: viste al rialzo le stime dell’Italia, rimbalzo del Pil al 6,2% nel 2021.
La Commissione europea ha presentato nella mattinata dell’11 novembre le previsioni economiche d’autunno. Sorride l’Italia, che vede una crescita costante dell’economia.
Le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea
Nelle previsioni economiche d’autunno la Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime sull’Italia, con il Pil che dovrebbe avere un rimbalzo del 6,2% nel 2021 e una crescita del 4,3% circa nel 2022. Fossero confermate le previsioni, prima della fine del 2022 l’economia italiana tornerebbe ai livelli pre-crisi. Non si tratta ovviamente di un traguardo, visto che prima della crisi sanitaria la situazione economica nazionale era complessa, ma di un buon punto di partenza.
Per quanto riguarda il rapporto tra il debito pubblico e il Pil, il dato dovrebbe scendere al 151% nel 2023, questo per effetto della prevista crescita economica che, secondo le stime, dovrebbe essere spinta dalla crescita della domanda interna.
Sempre per effetto del miglioramento dell’economia e in previsione dell’eliminazione delle misure emergenziali, la commissione Ue prevede una riduzione anche del rapporto deficit-Pil. che dovrebbe scendere al 4,3% nel 2023.
“I mercati del lavoro sono destinati a riprendersi e ad espandersi. Con l’attività economica che dovrebbe continuare a crescere, l’occupazione dovrebbe aumentare al di sopra dei livelli pre-pandemia e il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 6,5% nel 2023”, ha dichiarato il Commissario Gentiloni come riferito dall’Ansa.
La sfida per l’Italia: mantenere i ritmi di crescita
Come evidenziato in diverse occasioni dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, per l’Italia la grande sfida è quella di mantenere i ritmi di crescita. Il rimbalzo nel 2021 era largamente prevedibile dopo l’impatto devastante del Covid sull’economia nazionale e mondiale. La missione del governo è quella di dare continuità alla crescita sfruttando il Pnrr per fare investimenti mirati e maturare quello che Draghi chiama debito buono, ossia debito che nel lungo periodo può essere ripagato da una crescita costante. Un investimento vincente e non soldi a perdere, come nel caso del debito cattivo.