Processo clan Casamonica, sono una quarantina le persone condannate nel processo di primo grado. Il Pm aveva richiesto 630 anni di carcere.
ROMA – Si è conclusa la prima parte del processo al clan Casamonica. Il Tribunale di Roma ha riconosciuto l’aggravante mafiosa. Sul tavolo degli imputati c’erano una quarantina di persone, ritenute appartenenti o vicine al clan romano.
Processo al clan Casamonica: è un clan di mafia
La sentenza è arrivata dopo 7 ore di camera di consiglio e un processo durato per diversi mesi. La Procura aveva avanzato una richiesta di condanna complessiva di 630 anni di carcere per tutte le persone coinvolte in questa vicenda. Le accuse contestate, oltre all’associazione di stampo mafioso per l’organizzazione criminale attiva nell’area est della Capitale, anche quelle di estorsione, usura e detenzione illegale di armi.
Una sentenza sicuramente storica visto che fino a questo momento mai nessuno aveva parlato di mafia per gli appartenenti alla famiglia Casamonica.
La richiesta della Procura
Come riportato dal Corriere della Sera, la Procura aveva avanzato una richiesta di condanne per 630 anni di carcere complessivi nei confronti degli imputati. Un percorso giudiziario che ha visto anche le testimonianze di pentiti di spicco come Debora Cerreoni, ex compagna di uno dei Casamonica, Massimiliano Fazzari e Roberto Furuli, questi ultimi due che avevano raccontato il rapporto tra il clan e le mafie tradizionali.
La requisitoria del pm
Durante la requisitoria il pm aveva ricordato che si tratta di gente “che ha rapporti con i colombiani e vende cocaina alla ‘ndrangheta“. Il procuratore Giovanni Muscò, inoltre, ha parlato di un clan molto difficile da penetrare per tre motivi: il dialetto rom-gitano, la paura della gente e il fatto che si tratta di una famiglia molto ‘chiusa’.