Gravissimo bilancio in Birmania. Durante le proteste contro il golpe militare ci sono state oltre 10 vittime: 29 a Mandalay, 24 a Rangoon.
MYANMAR – Sabato di sangue nell’ex Birmania, dove non si arrestano le proteste contro il colpo di stato militare.
Birmania, centinaia di morti
In diverse città dell’ex colonia britannica migliaia di persone sono scese per strada. A Mandalay hanno perso la vita 29 persone, tra cui un bambino di 5 anni, almeno 24 i morti a Rangoon. Altre uccisioni sono state segnalate nella regione centrale di Sagaing, Lashio, Bago, vicino a Rangoon e in altre località. In totale, oltre un centinaio di vittime della violenta repressione. Si tratta del bilancio giornaliero più sanguinoso mai registrato dal colpo di Stato militare del primo febbraio che ha destituito il governo democraticamente eletto guidato da Aung San Suu Kyi. “E’ il giorno della vergogna“, ha detto il portavoce del CRPH, un gruppo anti-giunta.
Violenta repressione
Il pugno duro era stato preannunciato venerdì sera dalla tv di Stato, che aveva messo in guardia la popolazione circa il rischio di manifestare. Il generale Min Aung Hlaing, leader della giunta, ha affermato, durante la parata del Giorno delle Forze Armate nella capitale Naypyidaw, che i militari avrebbero “protetto il popolo e si sarebbero battuti per la democrazia“.