I supermercati si difendono dall’assalto delle persone prese dalla psicosi di fare le scorte di cibo.
Le scorte di cibo non sono a rischio nei supermercati ma nonostante le filiere provino a tranquillizzare la popolazione, le persone continuano in preda ad una psicosi a “saccheggiare” gli scaffali. La guerra in Ucraina continua a destare preoccupazioni per una futura entrata in guerra, dopo la circolare della Difesa. Inoltre, vi è una crescente ansia per l’aumento dei prezzi. I prezzi arrivati a livelli vertiginosi del carburante e del gas, le limitazioni dell’export da parte della Russia fanno pensare ad un peggioramento della situazione.
Tutto questo porta i supermercati italiani a essere presi d’assalto da chi ha paura di non trovare più nulla tra gli scaffali prima o poi. In diverse parti d’Italia ci sono state carenze di prodotti specifici. Così alcune catene di supermercati hanno iniziato a limitarne l’acquisto di questi prodotti. Il motivo è che le persone hanno iniziato a comprare in maniera sproporzionata, fuori dalla media più della fornitura media del supermercato. Il timore di scioperi degli autotrasportatori a causa del caro carburante ha gettato la popolazione ancora di più nel panico. Nel week end soprattutto tutti i supermercati italiani sono stati praticamente svuotati, soprattutto da alcuni beni.
Fermare la psicosi di farina e pane
La Cia (Commercianti indipendenti associati) ha ribadito che non c’è nessun motivo di allarme né rischio di finire le scorte del cibo. Ha però chiesto di fermare la psicosi collettiva nei supermercati perché “può generare effetti speculativi e mettere in difficoltà le filiere“. La Cia spiega che “Si sta manifestando una sorta di psicosi collettiva, anche alimentata dal tam tam mediatico e social, che produce una corsa all’acquisto indotta dalla paura soprattutto su alcuni generi primari come farina, pane e olio. Tutto ciò mette in difficoltà le filiere interessate, innescando direttamente indesiderati effetti speculativi che producono un aumento immediato dell’ansia e della reazione emotiva, così come dell’inflazione“.