Nuove dichiarazioni del presidente russo contro l’Occidente paragonandolo ai nazisti. Putin continua a giustificare l’invasione e la guerra in Ucraina.
In occasione di una riunione a Mosca del Club di Valdai, Putin lancia una nuova stoccata all’Occidente, suo reale nemico. Coglie l’occasione per giustificare ancora l’invasione dell’Ucraina e non si dice per nulla deluso della guerra nel paese vicino. Una delle motivazioni apportate è la necessità di salvare la patria dal tentativo di sterminio da parte dell’Occidente, come fecero i nazisti.
Per quanto riguarda l’atomica, invece, Putin afferma: “Non abbiamo bisogno di usare un’arma nucleare in Ucraina, non avrebbe senso, né politicamente né militarmente”. Secondo lo zar, l’Occidente vorrebbe eliminare la Russia dalla scena internazionale espandendo i confini della Nato. Putin ha inoltre dichiarato di essere disposto a parlare con gli Usa su ogni cosa anche sulla nuova stabilità strategica ma dalla Casa Bianca arriva un no. Biden non ha “alcuna intenzione di incontrarsi” con lui al G20 di Bali.
Kiev e Mosca continuano ad accusarsi reciprocamente, al centro della questione di nuovo la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Secondo gli uni gli altri vorrebbero farla esplodere. Secondo Putin, di cui ne è fermamente convinto, Kiev rifiuta i negoziati per un cessate il fuoco su “istruzione di Washington”.
La crisi è colpa delle resistenze dell’Occidente
Ma non solo gli Usa, anche l’Europa viene criticata da Mosca. La portavoce del ministro degli Esteri Zakharova ha dichiarato ironica che Macron “da un lato tende la mano al Papa per una mediazione, con l’altra firma i contratti per fornire armi all’Ucraina…” ha detto sulla richiesta del presidente francese di una mediazione chiesta al Papa.
Per Putin, tutto ciò fa parte di un “gioco sporco e sanguinoso” dell’Occidente, che è “ad un passo dallo sterminio di chi non piace”. Uno sterminio portato avanti anche con la cancel culture, perché così come “i nazisti hanno bruciato i libri”, ora “in Occidente hanno vietato Dostoevskij e Chaikovsky”. La cancellazione della Russia, secondo il presidente, avverrebbe anche attraverso l’imposizione di nuovi valori occidentali come le “dozzine di generi e parate gay”.
Ma lo zar avverte l’Occidente: “nessuno è stato o sarà in grado di distruggere la Russia”. Inoltre, ora ci troviamo di fronte al decennio “più pericoloso e imprevedibile” dalla seconda guerra mondiale per colpa delle resistenze dell’Occidente ai “movimenti tettonici” dei cambiamenti geopolitici globali. Questa crisi che stiamo vivendo, dunque, sarebbe da imputare alla resistenza dell’Occidente di riaffermare un ordine mondiale che non esiste più secondo Putin. Questa è l’era della fine della predominanza dell’Occidente e l’emergere di nuovi attori nello scenario globale, soprattutto in Asia.