Solo due Capi di Stato raggiunti da questo mandato prima d’ora
Il presidente russo Putin è stato colpito da un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale, il che significa che non può più viaggiare nei 123 Paesi che aderiscono alla CPI, poiché questi Paesi sono obbligati a arrestare chi è raggiunto da un mandato simile.
Tuttavia, gli Stati Uniti, la Cina e l’India (oltre alla Russia) non hanno sottoscritto lo Statuto di Roma del 2002, il che significa che Putin potrebbe viaggiare a New York e Kiev senza preoccuparsi di essere arrestato.
Anche l’Ucraina, che non ha aderito allo Statuto, ha comunque accettato la giurisdizione della CPI per presunti reati commessi sul suo territorio.
Da un punto di vista politico, il mandato rappresenta uno schiaffo per Putin, che ora è ufficialmente annoverato nella lista di tiranni e capi di Stato e governo accusati di crimini di guerra all’interno e all’esterno dei confini dei loro Paesi.
L’ex procuratrice dell’Aia, Carla Del Ponte, ha dichiarato che la vita di Putin come capo di Stato diventa difficile a partire da oggi e gli sarà inibito qualsiasi vertice internazionale.
La CPI si occupa di quattro principali reati internazionali: genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e aggressione. La sua giurisdizione si applica solo quando gli Stati non sono disposti o non sono capaci di farlo e intende integrare, non sostituire, i sistemi penali nazionali.
Lo stesso trattamento è stato riservato in passato al libico Gheddafi e al sudanese Bashir: prima del leader russo, erano loro gli unici due presidenti nel mirino della Corte dell’Aia.