Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha parlato in occasione della parata per la Giornata della Vittoria che si terrà domani.
La guerra in Ucraina continua, ma non è composta solo da attacchi militari nei confronti del Paese di Zelensky. Il presidente russo Vladimir Putin sta conducendo una guerra mediatica, parallela a quella che si combatte sul campo. La propaganda del Cremlino è estremamente incalzante, e punta a convincere tutti che Putin si trova dalla parte giusta della storia. Ma molti occidentali non credono alle sue parole.
Le dichiarazioni del leader del Cremlino
“È nostro dovere comune prevenire la rinascita del nazismo, che ha portato tanta sofferenza a persone di diversi paesi”. Questo è quanto affermato dal presidente russo Vladimir Putin, in un messaggio inviato per il 9 Maggio, 77esimo anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica in Europa sul regime nazista. Come si può leggere sul sito del Cremlino, Vladimir Putin si è congratulato con i cittadini di Abkhazia, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kirghizistan, Kazakistan, Moldova, Ossezia meridionale, Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan, Repubblica popolare di Donetsk e di Luhansk, nonché con i popoli di Georgia e Ucraina.
L’agenzia di stampa Tass ha spiegato che “nei suoi telegrammi di congratulazioni ai capi delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, il presidente russo ha notato che oggi i nostri militari, come i loro antenati, stanno combattendo spalla a spalla per la liberazione della loro terra natale dalla sporcizia nazista, esprimendo fiducia che, come nel 1945, la vittoria sarà nostra”. Vladimir Putin ha inoltre dichiarato quanto segue. “In questo giorno rendiamo omaggio ai soldati e ai lavoratori del fronte interno che hanno sconfitto il nazismo a costo di innumerevoli vittime”.
Sembra ironico che un leader che condanna il nazismo stia effettivamente conducendo una guerra nei confronti di un altro stato, così storicamente vicino e legato alla Russia. L’augurio è, chiaramente, quello di un repentino stop alle ostilità. Eppure, i negoziati non sembrano portare a nulla di concreto. Almeno per ora.