Anpal: quasi 40.000 percettori di Reddito di Cittadinanza hanno trovato un lavoro
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Direttore: Alessandro Plateroti

Anpal: quasi 40.000 percettori di Reddito di Cittadinanza hanno trovato un lavoro

Le cosiddette “politiche attive” del Reddito di Cittadinanza, ovvero le misure concepite per fare in modo che i percettori di questo nuovo sussidio possano trovare un impiego lavorativo, iniziano ad entrare nel vivo. I numeri presentati da Anpal.

Anpal, l’ente statale che si occupa, appunto, di questo delicato compito, ha appena pubblicato i dati relativi ai percettori del Reddito di Cittadinanza che hanno trovato un lavoro dopo aver iniziato a fruire della misura di welfare: secondo Anpal, ad oggi, queste persone sarebbero esattamente 39.760.

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Il Presidente di Anpal, Mimmo Parisi, ha sottolineato con entusiasmo questi dati, sottolineando come le politiche attive stiano iniziando a dare i loro frutti; l’italo-americano ha anche colto l’occasione per sottolineare che si è a buon punto per quel che riguarda la stabilizzazione dei “precari storici” contrattualizzati dall’azienda i quali, negli ultimi mesi, hanno richiesto con un certo vigore un contratto stabile.

Anpal sottolinea anche che ad oggi i centri per l’impiego, supportati dai “navigator”, le figure appositamente assunte dalla società in house Anpal Servizi, hanno convocato complessivamente 529.290 beneficiari su un totale di 908.198.

Nel commentare questi dati vi sono pareri discordanti, e sia quelli positivi che quelli negativi meritano di essere sottolineati.

I pareri positivi su queste statistiche

Tra i pareri positivi va rimarcato il fatto che le politiche attive sono state poste in essere in tempi relativamente brevi, le convocazioni dei percettori del Reddito di Cittadinanza da parte del centri per l’impiego, infatti, sono iniziate tra settembre e ottobre.

I numeri dei percettori di Reddito di Cittadinanza occupati risultano in crescita rispetto ad alcuni mesi addietro, e questo è sicuramente positivo, inoltre c’è chi a giusta ragione sottolinea il fatto che molti centri per l’impiego hanno operato, e continuano ad operare, in condizioni decisamente poco agevoli.

In alcuni di questi uffici, ad esempio, il personale addetto è chiamato a rispondere alle esigenze di un pubblico oltremodo vasto, tanto da rendere complicata l’effettuazione di un servizio all’altezza.

A ciò si aggiungono dei limiti strutturali: molti centri per l’impiego, infatti, operano in uffici eccessivamente piccoli e con strumentazioni obsolete, pare che in alcuni sia carente perfino la presenza dei più semplici consumabili da ufficio, come quelli acquistabili da e-commerce specializzati come https://www.lamiastampante.it.

Lavoro
Fonte foto copertina: pixabay.com/it/computer-pc-sul-posto-di-lavoro-1185626/

Non va inoltre trascurato il fatto che la generale condizione di crisi economica che tocca il nostro paese, soprattutto a Sud, non rappresenta certo il contesto ideale in cui muoversi, quindi i risultati raggiunti sarebbero ancor più apprezzabili.

Le critiche di chi è scettico

Tra chi nutre scetticismo, invece, c’è chi sottolinea il fatto che il numero di occupati rappresenti soltanto una piccolissima percentuale della platea che percepisce il Reddito di Cittadinanza: in Italia, infatti, il numero di persone sostentata da questo strumenti di welfare è superiore a 2 milioni.

C’è chi ritiene anche che tali dati siano “fisiologici“, ovvero che sia consueto il fatto che, su simili cifre, vi siano delle percentuali che riescono a trovare un impiego, allo stesso modo non risulta chiaro se questi impieghi siano stati trovati dai cittadini in maniera autonoma o se, in tale ottica, il ruolo dei centri per l’impiego e dei navigator sia stato determinante.

Al di là di questo, l’auspicio non può che essere che le politiche attive associate al Reddito di Cittadinanza riescano ad andare a regime, e si spera ovviamente che anche i cittadini esclusi da questo sussidio possano trovare un’occupazione dignitosamente retribuita.

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ultimo aggiornamento: 25 Febbraio 2020 18:11

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