Giada, palermitana di 21 anni, è stata picchiata violentemente e insultata da un gruppo di ragazzini omofobi.
Il fatto è accaduto a Palermo, nei giorni scorsi. La vittima una ragazza, pestata da un gruppo di ragazzini omofobi. Il motivo? Lo hanno detto loro: “Non si capisce se sei maschio o femmina”, riferito all’identità di genere della ragazza.
La vittima della brutale aggressione ha deciso di sporgere denuncia contro questi barbari. Si chiama Giada, ed è una ragazza palermitana di 21 anni. Gli assalitori hanno preso a calci e pugni la giovane. Come se non bastasse, l’hanno insultata con frasi omofobe. È stata la ragazza stessa a rendere nota la notizia dell’aggressione, raccontando la scena di bullismo attraverso la sua pagina Facebook.
Il racconto della vittima
Inizia così il suo racconto: “Sono stata vittima di omofobia e di una violenza non immaginabile. Mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato? Non lo so. So solo che mi stavo recando ad una semplice prova di lavoro al centro commerciale Forum”. E continua: “Un gruppo di cinque ragazzini senza alcun motivo ha iniziato a deridermi, denigrarmi per il modo in cui mi vesto (come tutti d’altronde), per i capelli corti e per il fatto che non si capisce molto se sono ‘maschio o femmina’. Di questa brutta storia c’è però un ‘lato positivo’, ovvero che l’aggressione è avvenuta al centro commerciale e quindi sono state prese le registrazioni che filmano questo gruppo di ragazzini”.
Il racconto dell’aggressione ne connota la violenza. La 21enne è stata fatta cadere a terra da uno dei ragazzini, “così che il resto del gruppo potesse prendermi a calci e pugni in testa e nel resto del corpo. Chi stava facendo shopping o si stava recando dentro il centro commerciale si nascondeva nell’indifferenza perché ‘non tocca loro‘ e infatti, mi hanno tolto questi ragazzini di dosso nel momento in cui tutti e cinque si stavano divertendo a picchiarmi violentemente mentre io ero a terra. Sono scappati non appena hanno capito che si sarebbero messi nei guai. Non auguro mai a qualcuno di ritrovarsi in queste circostanze e pensare: ‘sto morendo?’, ‘cosa ho fatto di male?’, ‘è colpa mia?’. Tornati a casa divertiti hanno detto fra di loro: ‘Ho spaccato la faccia a uno al Forum’, informazione che ho saputo tramite una delle tante persone che mi hanno scritto per supportarmi”.
La denuncia di Giada per dar voce ai diritti delle persone vittime di attacchi omofobi
Il macabro racconto continua: “Non ho intenzione di stare in silenzio solo perché lo Sperone è il quartiere che è. Non ho paura di combattere per i miei diritti e la mia libertà di espressione, per il mio orientamento sessuale ma in generale per la mia persona. Diritti che tra l’altro vengono protetti dalla costituzione stessa e da leggi internazionali. Quello che mi è successo non è solamente la mia lotta, ma appartiene anche a chi subisce violenze sulla base di altre ragioni”, ha concluso Giada.