Il Mef ha smentito l’indiscrezione di una scrittura del Recovery Plan affidata a McKinsey. Non sono mancate le polemiche.
ROMA – Nessun coinvolgimento della società di consulenza McKinsey nella scrittura del Recovery Plan. Dopo le indiscrezioni della giornata di sabato 6 marzo, il Mef con una nota ha smentito qualsiasi collaborazione tra l’azienda e Palazzo Chigi.
Il piano sarà redatto dalle amministrazioni competenti e dalle strutture del Ministero. La notizia aveva provocato una dura polemica a livello politico, con il Pd che aveva criticato la notizia.
La nota del Mef
A smentire qualsiasi coinvolgimento della società americana è stato il Mef con una nota ufficiale: “In merito ad alcuni articoli di stampa, si precisa che la governance del PNRR italiano è in campo alle Amministrazioni competenti e alle strutture del Mef che si avvalgono di personale interno degli uffici. McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l’Amministrazione nell’ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso, non è coinvolta nella definizione dei progetti del PNRR“.
Sostanzialmente, la governance del piano resta in mano alle Amministrazioni competenti, mentre McKinsey avrebbe solo un ruolo di supporto. Un supporto considerato utile se non addirittura necessario alla luce della situazione straordinaria e della sfida che attende l’Italia.
La polemica politica
Le indiscrezioni avevano portato ad una polemica politica. “Se le notizie uscite fossero vere, sarebbe abbastanza grave“, il commento dell’ex ministro Boccia, riportato da TgCom24.
Un pensiero condiviso anche da Stefano Fassina, esponente di LeU: “Il governo Draghi chiama McKinsey per la scrittura del Recovery Plan […]. Così non va. Così, si umiliano le competenze delle pubbliche amministrazioni e si allontana l’accountability politica. Il Parlamento deve intervenire” E nei prossimi giorni FdI presenterà una interrogazione parlamentare.
Nessuna critica da parte di Carlo Calenda: “I consulenti si usano per scrivere piani strategici straordinari soprattutto quando si ha bisogno di elaborazioni veloci e verifica di fattibilità su progetti. Ma se la guida rimane saldamente nelle mani dei ministri non vedo problemi. Per me sono polemiche inutili“.