La relazione semestrale della Dia sulla mafia mette in evidenza un quadro allarmante delle capacità dei boss di penetrare nel tessuto economico e sociale del Paese.
ROMA – E’ emergenza mafia. A dirlo è la relazione semestrale della Dia inviata al Parlamento. Un documento di 668 pagine che traccia un quadro allarmante della capacità dei boss di penetrare nel tessuto economico e sociale del Paese.
Da Nord a Sud, ormai la maggior parte dell’Italia è ‘in mano’ alle cosche con la ‘Ndrangheta che ormai è ovunque. Un ‘modello’ emulato negli ultimi tempi a Foggia con il boss Matteo Messina Denaro che è diventato un vero e proprio punto di riferimento per Trapani.
E la camorra?
E in Campania si sta aprendo un nuovo scenario. Da una parte le famiglie strutturate e dall’altra parte le cosche ‘giovani’ con affiliati spesso minorenni con Roma e il Lazio che sono diventate un vero e proprio ‘laboratorio criminale’. Qui le mafie tradizionali interagiscono per non rompere il proprio equilibrio e spartirsi gli interessi con le associazioni autoctone.
Il nuovo modo di agire della mafia
Dalla corruzione agli omicidi, sono diversi i modi di agire della nuova mafia. La relazione della Dia evidenzia la presenza in Italia di molti professionisti e imprenditori collusi. Si tratta di un’area grigia che mette in collegamento queste personalità con gli apparati infedeli della pubblica amministrazione.
Ma non mancano gli omicidi e lo spaccio della droga senza dimenticare i crimini ambientali che sono in netto aumento. E la politica? In questo ambito la più radicalizzata sembra essere la ‘Ndrangheta che riesce ad ottenere “indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche“. Senza dimentica la camorra che si caratterizza come “più insidiosa della violenza”. Insomma, la mafia continua ad essere un pericolo importante per la nostra Italia.
fonte foto copertina https://www.facebook.com/poliziadistato.it