Renzi attacca: "Meloni al massimo dice venite a parlare da me"
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Renzi attacca: “Meloni al massimo dice venite a parlare da me”

Matteo Renzi

Matteo Renzi rivela i retroscena dei suoi incontri con Vladimir Putin e spiega perché Trump è più imprevedibile del presidente russo.

In un’intervista pubblicata da Il Foglio il 13 agosto 2025 e firmata da Giulia Pompili, Matteo Renzi riflette sul prossimo incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, sottolineando l’estrema incertezza che circonda le mosse del presidente americano.

Matteo Renzi
Matteo Renzi – newsmondo.it

La prevedibilità del Cremlino secondo Renzi

“Il fatto è che paradossalmente, nell’incontro di venerdì, cosa dirà Putin è più prevedibile di quello che farà Trump”, dichiara Renzi. Forte della sua esperienza da presidente del Consiglio, posizione in cui ha incontrato Putin “molte volte, secondo, per puro dato statistico, soltanto a Silvio Berlusconi”, Renzi evidenzia la natura controllata del leader russo.

“Sin dalla prima telefonata che ho fatto con lui mi aspettavo un tono di voce squillante, assertivo. E invece usa sempre questo tono di voce basso, quasi monocorde”, spiega, descrivendo il comportamento di Putin come parte di una precisa strategia comunicativa. “Da qui si intuisce anche la sua formazione nell’intelligence”, aggiunge, indicando quanto il presidente russo sia attento all’analisi psicologica dell’interlocutore.

Trump, la politica estera italiana e le critiche a Meloni

Pur non avendo mai avuto un incontro bilaterale con Trump, Renzi afferma: “A giudicare come lavora Trump, l’elemento di imprevedibilità non è dato dal fatto che Putin possa arrivare a un nuovo accordo con l’America, ma è dove metterà il punto finale il capo della Casa Bianca. Questo è totalmente imprevedibile”.

Il confronto con l’attuale governo italiano non è meno duro. “Oggi non c’è una proposta dell’Italia. La differenza con i nostri tempi, con quelli di Prodi e di Berlusconi che nella sua eccentricità aveva delle proposte, è che Meloni al massimo dice venite a parlare da me a Roma o in Vaticano. È una grandissima organizzatrice di eventi, ma non c’è uno straccio di proposta”. E aggiunge: “Il problema riguarda anche alcune persone della sua squadra, messe lì in nome dell’amichettismo, che combinano danni che non ha mai fatto nessuno”.

Infine, cita la proposta italiana del 2015 per l’Ucraina, il “modello altoatesino”, e ricorda come “Putin si disse favorevole, ma Poroshenko si oppose”. Per Renzi, ciò che manca oggi è una visione strategica: “L’Italia di allora aveva delle idee, faceva davvero politica estera”.

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ultimo aggiornamento: 14 Agosto 2025 9:42

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