Renzi-Calenda, il divorzio costa carissimo: la cifra che rischiano di perdere

Renzi-Calenda, il divorzio costa carissimo: la cifra che rischiano di perdere

Divorzio tra Renzi e Calenda che vedrà Italia Viva e Azione separarsi. Una scelta che potrebbe portare alla perdita di una ingente somma.

Matteo Renzi e Carlo Calenda presto si allontaneranno anche in Parlamento: Azione e Italia Viva dovrebbero separare i gruppi a Montecitorio e Palazzo Madama anche se non mancano i problemi, soprattutto di natura economica.

Renzi-Calenda, la separazione costa cara

Matteo Renzi

Secondo quanto riportato da Fanpage che cita il Corriere della Sera, il leader di Azione, Calenda, avrebbe fatto sapere ai suoi che il gruppo è formalmente suo e, quindi, che non intende lasciarlo per nessuna ragione: “Se ne dovrebbe andare via Matteo, non io. Ma non lo vuole fare perché teme di perdere il residuo del finanziamento della scorsa legislatura, 400mila euro. Eppure io gli ho anche scritto in un pezzo di carta che non gli toglierò quei soldi”, avrebbe detto il politico.

Non mancherebbero problematiche anche a livello di cambio nome. “Per quel passaggio ci voleva l’autorizzazione dei due terzi dei senatori, che non c’è. Quindi per quanto mi riguarda il gruppo si chiama ancora Azione-Italia Viva-Renew Europe”, il pensiero di Calenda che ha anche rincarato la dose: “Io anche se decide di chiamare il gruppo “Il Riformista saudita” non mi muovo. Ho fatto anche ricorso e vediamo che succede”.

Il dato sul 2 per mille

Sull’argomento è interessante il focus fatto da Il Sole 24 Ore. In particolare sul 2 per mille, ovvero il meccanismo di finanziamento volontario ai partiti tramite dichiarazione dei redditi.

In questo caso, l oscorso anno, Azione ha avuto 882mila euro e Italia Viva 887mila. Il percorso verso il partito unico prevede che dopo il congresso di ottobre, e dunque con la dichiarazione dei redditi del 2024, il 2 per mille venga devoluto al partito unico. Ma i fondi pubblici arrivano a dicembre ed è per questo che il quesito che giunge spontaneo è relativo alle europee di giugno e sul modo in cui verrebbero finanziate.

Calenda ha proposto a Renzi di mettere in comune il 70% dei fondi che arriveranno a dicembre 2023: “Azione e Italia Viva trasferiranno al nuovo partito il 70% delle somme ricevute dal 2/1000 a partire dalla seconda rata del 2023 fino allo scioglimento dei partiti che dovrà avvenire entro il primo trimestre del 2025”, si legge nella road map predisposta da Calenda dove, però, non c’è la richiesta di ‘scioglimento preventivo’. Cosa su cui Renzi ha dichiarato: “Lo scioglimento anticipato non si è mai visto nella storia. Va contro le leggi della fisica”.