Alcune frasi di Giorgia Meloni non sono passate inosservate. Matteo Renzi non fa sconti e “invoca” le dimissioni della Premier.
Si parla di premierato e di un potenziale referendum costituzionale. In questo senso Matteo Renzi non le manda a dire alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Su X, il politico toscano non ha risparmiato “critiche” e “consigli” alla Premier invocandone le dimissioni in caso di esito negativo della votazione che rappresenterebbe un fallimento del Governo.
Renzi e la Meloni “confusa”
Se per la Premier Meloni un eventuale referendum sul premierato, non sarebbe un referendum sul governo e quindi una sconfitta in caso di esito negativo, ben diverso il pensiero di Matteo Renzi che ha voluto dare alcuni pareri personali alla Presidente del Consiglio. Tramite X, il leader di Italia Viva ha detto: “Un consiglio alla Meloni sul referendum da un esperto della materia. Se Giorgia Meloni perderà il referendum costituzionale dovrà andare a casa. Comunque. Lei sembra confusa. Ieri dice: o la va o la spacca Oggi dice: se perdo non mi dimetto, chissenefrega. Non è così, cara Presidente I Referendum su progetti proposti dal Governo portano comunque alle dimissioni del primo ministro, in tutto il mondo. Che il premier voglia o no. Anche David Cameron nel 2016 disse che non si sarebbe dimesso in caso di sconfitta ma fu costretto a lasciare Downing Street appena furono ufficiali i dati della Brexit”.
Il consiglio e le dimissioni
Ma il pensiero del politico toscano non è terminato così. Renzi ha proseguito: “Il mio consiglio alla Meloni è semplice: anziché preoccuparsi per la sconfitta, preoccupati di cambiare la riforma Casellati. Così non funziona. Non va. Se insiste su questa riforma che non sta in piedi e va al referendum, lo perde. E se lo perde va a casa. Potrà andare a casa come ha fatto Renzi o potrà andare a casa come ha fatto Cameron. Ma comunque andrà a casa. Perché quando un Governo perde un referendum, diventa una sfiducia politica del Paese al Governo. E politicamente parlando non basta avere la fiducia del Parlamento. O la va o la spacca? La spacca, Giorgia, la spacca“.