Le bombole per il contenimento del metano auto, di ogni tipo e omologazione, vanno sottoposte a controlli periodi da effettuare presso strutture specializzate.
Il metano rappresenta ormai da diverso tempo un’alternativa ai combustibili classici, una soluzione diversificata per cercare di ridurre l’impatto ambientale delle autovetture. Attualmente, molte case costruttrici sviluppano e mettono in commercio auto equipaggiate con impianti che utilizzano il gas (metano o GPL) in combinazione con diesel o benzina – si tratta dei cosiddetti propulsori bi-fuel, ossia a ‘doppio carburante’.
Per tanto, chi acquista una vettura di ultima generazione, o comunque di recente produzione, potrà usufruire di un sistema già collaudato e predisposto all’utilizzo di due combustibili diversi. Per chi invece possiede un’auto con un normale motore termico, vi è la possibilità di installare un impianto a metano per l’alimentazione ‘doppia’ mediante il quale sfruttare la vasta rete per il rifornimento presente su tutto il territorio nazionale. Il gas metano per autotrazione viene contenuto in speciali serbatoi che vanno controllati periodicamente: di seguito, vediamo tutto quello che c’è da sapere sulla revisione bombole metano.
L’impianto delle bombole di metano per auto
Come si legge sul sito Federmetano, “gli autoveicoli alimentati a metano, ovvero gas naturale compresso (CNG – Compressed Natural Gas) per uso autotrazione, sono dotati di serbatoi costituiti da una o più bombole destinati al contenimento del metano per autotrazione. Le bombole sono posizionate solitamente sotto il pianale per gli autoveicoli omologati di serie (definiti OEM, ossia Original Equipment Manufacturer) oppure nel baule, o in altro vano, per gli autoveicoli trasformati successivamente alla costruzione (aftermarket)“.
Le bombole sono sempre di forma cilindrica mentre formato, materiali di produzione e dimensioni possono variare. Per le bombole destinate al contenimento del metano per autotrazione, esistono due diversi tipi di omologazione:
- DGM. La sigla sta per ‘Direzione Generale Motorizzazione’. I serbatoi che recano questa omologazione nazionale di solito sono quelli installati sui veicoli trasformati dopo la costruzione (aftermarket).
- ECE/ONU R110. Questa sigla, invece, indica un’omologazione internazionale destinata a bombole che possono essere collocate sia su veicoli omologati dal costruttore sia su quelli trasformati successivamente.
Le bombole con omologazione internazionale si distinguono nelle seguenti tipologie riportate dal sito Federmetano:
- CNG-1: bombole con corpo metallico (acciaio);
- CNG-2: bombole con corpo metallico rinforzato da una guaina composta da un filamento continuo impregnato con resina (avvolte in maniera circonferenziale);
- CNG-3: bombole con corpo metallico rinforzato da una guaina composta da un filamento continuo impregnato con resina (completamente avvolte);
- CNG-4: bombole con corpo non metallico e rinforzato da una guaina composta da un filamento continuo impregnato con resina (tutto composito).
Dove fare la revisione bombole metano
Le bombole – di ogni tipo e omologazione – deputate a contenere metano per autotrazione devono essere sottoposte ad una serie di controlli periodici tra i quali, oltre alla revisione, rientrano anche collaudo o riqualificazione. Per ciascuno di essi è bene rivolgersi ad un’officina specializzata. In particolare, è possibile rivolgersi alle strutture specializzate nell’installazione e manutenzione di impianti a metano, alle officine che fanno parte della rete dei costruttori di veicoli oppure alle officine abilitate alla revisione delle bombole di categoria CNG-4.
Quando fare la revisione bombole metano
A questo punto, vediamo la revisione bombole metano ogni quanti anni va fatta. Le tempistiche variano leggermente a seconda dell’omologazione. Le bombole con omologazione DGM devono essere sottoposte a revisione ogni 5 anni a partire dalla data di costruzione o da quella dell’ultima revisione. I serbatoi con omologazione internazionale, invece, vanno fatti revisionare ogni 4 anni a partire dalla data in cui è stato immatricolato il veicolo.
La revisione bombole metano in composito è ulteriormente regolamentata dalla Circolare Ministeriale n. 7865 del 27 marzo 2015 che stabilisce quanto segue: “La riqualificazione periodica delle bombole per il contenimento di metano per autotrazione di tipo CGN4 installate sui veicoli di categoria M1 ed N1 è effettuata la prima volta dopo quattro anni dall’immatricolazione del veicolo e successivamente ogni due anni”.
Per sapere quand’è la scadenza della revisione bombole metano, è necessario controllare il cartellino GFBM (Gestione Fondo Bombole Metano). Si tratta di un tagliando plastificato che viene conservato nel vano motore; viene rilasciato in occasione dell’installazione di un nuovo impianto e di ogni revisione delle bombole e riporta i dati essenziali dell’impianto. Sul collo della bombola, invece, sono riportate la data di scadenza e quella di costruzione.
L’esame visivo delle bombole
Lo stesso dispositivo di cui sopra spiega anche quali sono le modalità di verifica dello stato delle bombole: “L’ispezione comprende un esame visivo della superficie esterna della bombola e delle relative staffe di supporto e valvole. Il funzionario incaricato deve procedere alla verifica della marcatura delle bombole che in conformità alle disposizioni del Regolamento ECE ONU 110 deve essere provvista di una targhetta su cui siano apposti in maniera chiaramente leggibile e indelebile almeno i seguenti dati: numero di serie, capacità in litri, la marcatura “GNC”, la pressione di esercizio/prova, la massa (kg), il mese e l’anno di omologazione e il marchio di omologazione”.
La revisione consiste, di fatti, un uno ‘sguardo’ accurato alle condizioni dei serbatoi. Per poter controllare le parti non direttamente accessibili, la Circolare Ministeriale dispone l’utilizzo di specchi ad angolo o di altri dispositivi quali microcamere, volti a consentire un esame completo delle superfici.
Casi in cui le bombole non superano la revisione
Dal momento che le bombole degli impianti a metano rappresentano una componente cruciale anche in fatto di sicurezza, i provvedimenti ministeriali comprendono anche tutti i casi in cui le bombole non superino l’ispezione di controllo e per tanto vadano ritirate dalla circolazione (e rese inutilizzabili per prevenire che vengano riparate o riciclate). Di seguito, un elenco dei frangenti che comportano il ritiro delle bombole:
- assenza della targhetta con i dati di identificazione della bombola
- il veicolo su cui è alloggiata è stato coinvolto in un incendio oppure in una collisione
- la bombola presenta evidenti segni di danneggiamento (tagli, graffi, rigonfiamenti, fibre scoperte, perdita o rimozione di materiale, corrosione delle parti metalliche, cambiamento del colore della superficie)
- si registra un qualsiasi allentamento del sistema di montaggio delle bombole che provoca una qualche vibrazione anomala delle stesse.
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