Rigassificatore a Piombino: il Comune fa ricorso 

Rigassificatore a Piombino: il Comune fa ricorso 

Per la giornata di oggi è attesa la firma che darà definitivamente il via libera alla costruzione del rigassificatore in Toscana.

È arrivata l’approvazione sul provvedimento di intesa sulle opere compensative, da inviare al governo. La costruzione del rigassificatore a Piombino è stata approvata. Ma il Comune è pronto a protestare: il sindaco Francesco Ferrari ha intenzione di fare ricorso al Tar per impedirne la costruzione.

Il via libera: attesa per oggi la firma

Per la giornata di oggi, martedì 25 ottobre, è attesa la firma che darà definitivamente il via libera alla costruzione del rigassificatore in Toscana, a Piombino. È stata la Giunta regionale della Toscana ad approvare la proposta di intesa sulle opere compensative. Precedentemente, la proposta in questione era già stata definita con i ministri dell’esecutivo Draghi.

Il presidente Eugenio Giani, commissario straordinario, ha autorizzato il provvedimento al termine della Conferenza dei servizi in tre sedute, terminata il 21 ottobre. Il memorandum dovrà ora essere inviato al governo. Per dare inizio ai lavori manca solo l’autorizzazione finale.

Ma il provvedimento ha suscitato una feroce polemica, nonché l’indignazione del sindaco di Piombino, Francesco Ferrari. Il sindaco, appartenente alla coalizione Fratelli d’Italia, ha annunciato che l’amministrazione farà ricorso al Tar per impedire la costruzione del rigassificatore.

Le sue parole: “È un procedimento che fa acqua da tutte le parti, doveva contemplare l’ipotesi onshore in porto e l’ipotesi offshore fuori dal porto e in realtà nemmeno oggi c’è un progetto” per la costruzione del rigassificatore di Piombino, in mare aperto.

E continua: “Il commissario straordinario ha assunto questo incarico in maniera sbagliata con l’obiettivo di autorizzare l’opera, in realtà lui doveva assumere il ruolo di commissario straordinario per verificare se quest’opera potesse essere autorizzata, e i nostri pareri, comprese le integrazioni che abbiamo depositato, confermano inequivocabilmente che quell’opera è dannosa e non poteva essere autorizzata. Ecco perché andremo a fare ricorso all’autorità giudiziaria: perché riteniamo fondamentale che ci sia un vaglio da parte di un soggetto terzo in ordine alla correttezza della procedura della Conferenza dei servizi e in base anche all’esito di quella autorizzazione”.