Gli aumenti vertiginosi tra i beni alimentari che stiamo registrando non si spiegano con la sola speculazione.
Non si arresta l’aumento dei prezzi su molti dei beni alimentari. La spesa pesa sempre di più sulle famiglie italiane. Molti beni alimentari hanno raddoppiato il loro prezzo rispetto al pre guerra. Tra questi rincari c’è l’olio di girasole aumentato del 23%. Rincari record anche per grano e farina (oltre il 20%). Ma non solo, tra i beni che al supermercato troviamo con un prezzo maggiorato ci sono anche zucchine e caffè. Ma qual è il motivo? L’inflazione causata dalla guerra e la speculazione stanno arrivando a livelli altissimi.
La guerra tra Russia e Ucraina sta causando danni ai prodotti alimentari, ma non solo a quelli importati dai due paesi belligeranti. Il motivo è la speculazione, ma non solo. La speculazione si evince nel momento in cui arriva una buona notizia dal fronte. Ad esempio il prezzo del grano è sceso del 9% dopo che l’Onu aveva annunciato il suo impegno a garantire le spedizioni di grano bloccato in Ucraina. Una notizia, nulla di concreto, che ha fatto sì che il prezzo scendesse. Questo è un chiaro esempio di speculazione.
L’inflazione e la speculazione hanno fatto aumentare i prezzi dei prodotti
Le associazioni di consumatori come Assoutenti ad Altroconsumo hanno lanciato l’allarme all’Antitrust per far luce sulle speculazioni. Ma l’aumento vertiginoso di prezzi sui beni alimentari è causato d vari fattori. La crisi della pandemia con la chiusura delle attività produttive seguita poi dal conflitto in Ucraina e il blocco delle esportazioni hanno ridotto la situazione a questo stato.
“Il grano bloccato nei silos in Ucraina, i rincari sui costi dell’energia conseguenti al blocco delle esportazioni russe, le chiusure imposte dalla pandemia in diverse aree del mondo, in alcuni casi ancora presenti come in Cina, hanno creato una tempesta perfetta – spiega Bazzana della Coldiretti – che finisce anche nel prezzi sugli scaffali del supermercato”.