Coronavirus, ritardare la somministrazione della seconda dose del vaccino contro il Covid è sicuro? Si tratta della strategia vincente?
In Italia si parla con insistenza di modificare il piano vaccini per seguire il modello inglese, ossia ritardare la somministrazione della seconda dose del vaccino contro il Covid per somministrare la prima dose ad un numero maggiore di persone. In questo modo si potrebbero sfruttare tutte le dosi a disposizione, senza doverne tenere alcune in frigo per settimane in attesa del richiamo. Ma si tratta di una strategia sicura?
È sicuro ritardare la somministrazione della seconda dose del vaccino contro il Covid?
Sul piano inglese ci sono diverse opinioni e decisamente contrastanti. In molti credono che si tratti della via migliore da seguire, altri sostengono che si tratti di una via decisamente rischiosa perché di fatto non si immunizza nessuno. Almeno in via definitiva. Bisogna sperare, sostengono i critici, che la piccola protezione garantita dalla prima somministrazione possa comunque limitare il numero di casi. Ma come stanno davvero le cose?
Nella prima fase della campagna di vaccinazione, l’idea di dare la priorità alle prime dosi era respinta da quasi tutto il mondo scientifico. In molti hanno ritrattato la propria posizione alla luce dei dati provenienti dai Paesi che hanno deciso di adottare questa strategia.
Il dato di fatto è che, dando priorità alla prima dose, si raddoppia il numero di soggetti che ricevono almeno una dose del vaccino, che comunque una protezione la fornisce.
Poi si entra nel campo delle ipotesi, perché si esce dalla fase di sperimentazione. Quindi non ci sono dati in grado di fornire una risposta alle domande. Che tipo di protezione si ottiene con una dose? Quante settimane dura questa protezione parziale? La prima dose è efficace contro le varianti? In attesa che il mondo della scienza – e per l’Italia l’AIFA – fornisca una risposta a queste domande, sostanzialmente si brancola nel buio.
Il mondo della scienza si divide
Gli esperti che hanno commentato la questione sono divisi. Secondo qualcuno si tratta di un azzardo, una scommessa. Solo che in palio ci sono le vite delle persone. Altri sostengono che gli esami di laboratorio non faranno altro che confermare i dati positivi che arrivano dai paesi che hanno deciso di dare priorità alla prima dose, Israele e Regno Unito. Quindi indugiare potrebbe essere solo un’inutile perdita di tempo che potrebbe portare il Paese verso la terza ondata.