La storia della morte della famiglia di Serhiy Perebynis è tragica: l’uomo ha scoperto della morte dei due figli e della moglie sui social.
Il 6 marzo è un giorno che Serhiy Perebynis non dimenticherà mai. In quella data, l’uomo stava navigando su Internet, quando ha trovato per caso una foto che difficilmente riuscirà a togliersi dalla mente. Nell’immagine, sono ritratti un bambino e una bambina, morti per mano dei russi nel momento in cui cercavano di scappare dalla guerra in Ucraina. Accanto a loro, per terra, le valigie con dentro la loro vita troppo breve. Quei due bambini erano i due figli di Serhiy. Ha saputo della morte dei suoi figli e della moglie proprio tramite quella foto. Ora, in un’intervista a Repubblica, l’uomo ha dichiarato di volere vendetta.
Il racconto di Serhiy
Serhiy racconta del momento in cui ha scoperto di aver perso i figli Alisa e Mykyta e la moglie Tetyana. “Stavo fumando una sigaretta sul balcone dell’appartamento di mia madre a Donetsk, osservavo le bombe cadere sulla città. Le avevo portato il respiratore per l’ossigeno perché aveva il Covid. Con Tetyana avevamo studiato nel dettaglio il piano di evacuazione da Irpin e seguivo i suoi spostamenti su Google, con la condivisione della posizione. C’era poco campo, la T di Tetiena, sullo schermo, appariva e spariva. È ricomparsa sull’ospedale N.7. Non capivo”. Queste le parole di Serhiy. Da lì, il drammatico momento della tremenda scoperta. “Poi ho letto un tweet e ho visto quella foto. Ho urlato con tutto il fiato che avevo in gola. Da lì in poi, un unico pensiero: vederli un’ultima volta, dargli una sepoltura degna. Però Donetsk è nel Donbass filorusso, nessuno può entrare in Ucraina ora che i checkpoint sono ridotti in polvere”.
Dalle parole di Serhyi si può percepire la disperazione, l’ira, la rabbia. Questo il racconto del suo viaggio tra le macerie dell’Ucraina: “Sono stato per tre giorni all’obitorio centrale, c’erano troppi cadaveri provenienti da Irpin e Bucha, bisognava mettersi in fila. Ho chiesto ai volontari di portarmi da mia moglie per sbloccare il suo telefono. Contiene le foto della mia famiglia, le volevo”. Poi, lo straziante momento del ricongiungimento. “Ho preso il pollice freddo di Tetyana e l’ho appoggiato sullo schermo, però non si è sbloccato, funziona solo con le persone vive. Dopo un po’ mi hanno consegnato tre bare. Ho vestito Mykyta e Alisa, ho vestito la mia Tetyana, li ho sepolti nel cimitero di un villaggio a sud della capitale”. Serhyi ha anche perso i suoi cani: “Sono in un cimitero per animali”.
Il messaggio all’esercito russo
Il messaggio di Serhiy ai russi è colmo di rabbia e di vendetta per la morte della sua famiglia: “Ho un fucile che è rimasto a casa mia. Sì, è il desiderio di vendetta a spingermi. E la voglia di proteggere la mia patria. Sono già scappato dal Donbass nel 2014. Non saremo noi ad andarcene questa volta”.